di Gianni Amodeo.
Poco più di due mesi fa, nello spazioso ed accogliente Palazzo baronale di piazza Municipio, l’inaugurazione del Museo immersivo archeologico dalle belle ed ariose sale per una complessiva area espositiva di oltre mille metri quadrati, integrate ed arricchite d’interesse attrattivo dalla sala-eductional dedicata ai visitatori della generazione Zero, con tre postazioni di apprendimento e, al contempo, di gaming, in linea con i linguaggi dell’innovazione tecnologica più sofisticata, per un’emozionante full immersion nel passato, grazie alle magnifiche e parlanti immagini a schermo multicolore in 3D dei reperti e manufatti in rassegna. Un pregevole e raffinato allestimento, frutto di attenta ricerca storico-scientifica e delle risultanze d’importanti campagne di scavo archeologico sul territorio della Valle dell’Alto Clanio, per un’operazione culturale, realizzata alla perfezione dalla Soprintendenza dei Baaas di Avellino e Salerno e del suo Ufficio territoriale. Un apparato di testimonianze, in cui si rincorrono e rivivono le nove periodizzazioni, da cui è scandito il racconto delle millenarie vicende sociali ed economico-produttive di Abella\ Avella– già importante città del sistema urbano della Piana campana interna, prima dell’avvento della romanizzazione– e sullo sfondo della storia del Bel Paese.
Una data speciale, quella del 24 giugno scorso, che ha segnato la sintesi più rappresentativa del doppio mandato elettorale dell’amministrazione comunale dal 2011 alla scadenza normale del 4 ottobre prossimo, con la guida del sindaco Domenico Biancardi, rendendo concreata e reale l’istanza della maggiore ed approfondita conoscenza dell’identità storica e sociale della città e del territorio, formulata ed avanzata oltre mezzo secolo fa; istanza, restata sotto naftalina ed … esaudita in modo parziale e inadeguato negli anni ‘70 con l’istituzione del pur significativo Antiquarium di via De Sanctis, tra i più funzionali e più visitati in ambito regionale. D’altro canto, quando la scelta riguarda “il” piuttosto che “il” niente, giova acquisire “il” piuttosto -nel caso l’Antiquarium– in vista del meglio possibile, in grado di corrispondere alla normale gestione amministrativa funzionale all’interesse generale. Ed il meglio possibile, presente e in proiezione futura, si è tradotto proprio nell’allestimento e nell’apertura al pubblico del Mia–Avella, elemento di primario risalto per la valorizzazione della città e, al contempo, espressione dell’azione costruttiva condotta dall’amministrazione – Biancardi, facendo leva su scelte messe a punto dalla maggioranza e condivise nello spirito e nelle finalità dalla minoranza.
Un punto sul quale merita rilievo il testo pubblicato dall’avvocata Chiara Cacace, capo-gruppo della minoranza, “Cambia Avella”, sul profilo personale di Fb, alla vigilia dell’inaugurazione del Mia …”Non lo definirei – scrive- evento epocale e del secolo, semmai un punto di partenza, che, se accompagnato da una reale visione del Paese ( inteso come Avella,n.d.r.) e del Mandamento ( inteso come territorio dell’ Unione intercomunale dell’Alto Clanis, n.d.r.) globale per la creazione di infrastrutture, il rilancio del commercio e dell’artigianato, il recupero del patrimonio artistico e storico-culturale delle Chiese, i percorsi di enogastronomia e la valorizzazione dell’ambiente potrebbe dare impulsi di sviluppo sociale ed economico al nostro territorio e portarlo fuori dalla migrazione dei giovani. Un evento non di mera comunicazione e facciata, ma di speranza e voglia d’investire energie e vivere nella nostra Avella”.
E’ una “lettura” seria e ponderata, quella di Chiara Cacace, sul ruolo- diretto e indiretto– che è in grado di esercitare sul piano culturale il Mia, quale elemento propulsivo e di “partenza”, per concorrere a sviluppare le progettualità e le capacità di gestione politico-amministrativa che assicurino la governance di qualità per il territorio dell’Unione intercomunale, a supporto di una comunità di circa 30 mila abitanti. Una prospettiva disegnata di frequente dall’avvocata Cacace, sia in interviste rese a Videonola che in vari Forum in pubbliche piazze e nei locali de “L’Incontro”; ed è la stessa prospettiva che in analoghi pubblici appuntamenti, seppure in distinte circostanze è stata sempre marcata dal sindaco Biancardi, coniugandola, per di più, con la visione d’insieme e della buona amministrazione, ch’è venuto sviluppando in questi anni nella presidenza della provincia di Avellino, elaborando e ponendo in campo, tra l’altro, innovative politiche per il turismo, basate sulla piattaforma digitale del Sistema Irpinia, in cui è inserito il Mia–Avella.
Sono convergenze ed oggettive analogie di profilo istituzionale ed amministrativo, del tutto plausibili nella dialettica di mediazione che intercorre tra maggioranza e minoranza; convergenze ed analogie che, tuttavia, si fermano, quando il secondo mandato elettorale consecutivo conferito nel 2016 all’amministrazione- Biancardi è ormai al giro di boa dei cinque anni canonici, per cedere il passo all’amministrazione che sarà eletta con il voto del 3– 4 ottobre per il 2021–2026. Un percorso, che il sindaco uscente s’appresta a proseguire, per contribuire a dare continuità all’azione finora svolta,sia in città che a palazzo Caracciolo;e lo fa, quale candidato capolista della compagine civica della “Colomba”, a sostegno della candidatura del fratello, Vincenzo, medico di professione, per la guida dell’ Ente di piazza Muncipio, per rinnovare l’esperienza di sindaco che ha già compiuto a cavallo degli anni ’80 e ’90. Un percorso dal quale, invece, s’allontana il capo-gruppo di Cambia Avella, mollando gli ormeggi, pur avendo svolto un’azione di sicura incisività e di lucida coerenza nel difficile ruolo di guida della minoranza, con l’alto tasso di esposizione e di difficoltà che comporta, da vivere anche in situazioni di “isolamento” per nulla gradevoli.
Una scelta che l’avvocata Chiara Cacace ha chiarito con il testo pubblicato sul profilo personale di Fb, rivendicando le valenze dell’impegno in cui è stata coinvolta per cinque anni, all’insegna dei principi di libertà e di cultura democratica, nei quali si riconosce senza alcuna remora, ma anche evidenziando le condizioni di “fragilità emotiva”, in cui spesso si è ritrovata nell’esercizio delle funzioni del proprio ruolo. Uno stato di fatto e di riflessione, a fronte del quale è doveroso far valere le ragioni delle priorità da seguire nell’ambito degli obblighi verso la famiglia e l’attività professionale, ponendo da parte l’impegno diretto in politica. Una decisione degna del massimo rispetto per l’onestà intellettuale che l’ispira, anche se, di fatto, ha accelerato il processo di decomposizione definitivo di “Cambia Avella”, lasciando nel campo elettorale che si profila, il solo schieramento della “Colomba”, in continuità di se stesso.
E fa specie, tutt’altro che positiva e certamente deteriore verso l’elaborazione del discorso pubblico, plurale e partecipato necessario sia per la costruzione della democrazia cittadina in sé, sia nella prospettiva della normale amministrazione comunale, che non può essere scissa dalla dialettica consiliare che, se è alimentata con serietà di argomenti, genera scelte e atti deliberativi coerenti con gli interessi delle comunità. Una realtà, su cui va fatta un’attenta analisi e meditata riflessione, alla luce anche delle considerevoli opportunità di crescita, di cui Avella può valersi, delle quali il Mia è soltanto realtà e simbolo, da saldare con le politiche di rigenerazione e riqualificazione ambientali, come per la prevenzione e il contrasto del rischio del dissesto idrogeologico che interessano – ed in larga parte già sono state attuate- l’intera Valle dell’ Alto Clanio, in virtù di cospicui finanziamenti pubblici erogati e resi disponibili dall’amministrazione regionale della Campania e del governo nazionale.
Un quadro di potenzialità ed opportunità per lo sviluppo del turismo ambientale e culturale, che richiede rappresentanze amministrative qualificate e competenti, dando seguito al cammino intrapreso.