Presentato “NON SOLTANTO SULLA PIETRA”, il libro-guida delle lapidi epigrafiche dedicate ai fanti-contadini di avella caduti sui fronti di battaglia nei due conflitti mondiali. Una rivisitazione che fa rivivere sentimenti e idealità del passato la cui memoria va onorata, per comprenderne il senso rispetto al presente e al futuro
Sono stati i primi conflitti della storia dell’umanità – quelli del ’14 \ 18 e del ’39 \ 45– a dimensione mondiale, con il contrappunto violento e drammatico dei massacri di massa con cento milioni di vittime umane; conflitti con periodizzazioni relativamente distinte nel breve arco di un ventennio, ma correlati per struttura e configurazione complessiva nell’interdipendenze di cause e genesi socio-politiche, non solo sul piano delle contrapposizioni sui mercati dei sistemi economici e produttivi, ma anche e soprattutto sul versante delle ideologie in antitesi, che hanno alimentato il mix dei furenti antagonismi tra gli Stati e le nazioni del Vecchio continente, percorso dai virus della violenza e dalla volontà di dominio. Erano gli antagonismi del forsennato Eurocentrismo, che dopo il ’45 sarà cancellato dal bi–polarismo disegnata a Yalta , facendo primeggiare la geo–politica degli Usa e dell’Urss.
E se per un conflitto, lo scenario esclusivo fu costituito dalle terre dell’arco alpino, il lungo discrimine montuoso che separa l’Europa mediterranea e l’Europa del Centro-Nord, per l’altro le quinte dello scenario – oltre settanta anni fa- dal Vecchio continente si dischiusero verso l’Africa, diventata, fin dalla scoperta dell’America, “ Terra di conquista” e sottoposta al duro dominio coloniale e al saccheggio indiscriminato di risorse per opera delle potenze europee, soprattutto Francia e Inghilterra, restandone sfibrata, e verso l’Asia, sulla scia delle rotte dell’ Oceano Atlantico e segnatamente dell’ Oceano Pacifico. E quest’ultimo é assurto da alcuni decenni al ruolo del mare della globalizzazione della contemporaneità tecno-tronica, avendo le sue rotte soppiantato per caratura strategica ed imponenza dei traffici – del tutto o quasi- quelle dell’Atlantico.
Ma come furono vissute – e con quale risonanza- le vicende delle due guerre mondiali nella realtà di Avella, l’antica Abella , la città cresciuta ai piedi dell’omonimo arco sub-appenninico e attraversata dal Clanio? Un’interessante sequenza di risposte si ritrova in “ Non soltanto sulla pietra”, il libro-collage di Nicola Montanile, pubblicato- con ricco apparato fotografico- dalla casa editrice D’ Oriano di Pompei, grazie al patrocinio della Fondazione Avella Città d’Arte, presieduta dall’avv.to Antonio Larizza; libro-collage, presentato nel Circolo “L’ Incontro” nella conversazione con l’autore, che ha puntualizzato le finalità del suo impegno di “cultore di storia locale”, con l’obiettivo precipuo di consegnare alle giovani generazioni tasselli di memoria collettiva della comunità avellana, degni di essere custoditi ed onorati, come testimoni di continuità tra le generazioni.
Sono tasselli di testimonianza da non disperdere e da non relegare nell’oblio e che nella città del Clanio si identificano e coincidono – al di là della pubblica e ben significativa scenografia sui temi della Pace che si leggono nello svettante Monumento dedicato ai Caduti in guerra in piazza Convento- con oltre venti lapidi marmoree, affisse sulle facciate di palazzi per lo più del centro storico; lapidi, che raccontano le vite dei Caduti per la Patria. E sono le vite di fanti-contadini, giovani che credevano fortemente negli ideali di Patria.
Sulla tematica del libro, che contiene un’importante selezione di atti e documenti di carattere politico e amministrativo, specchio della vita cittadina e contraddistinti dall’enfasi retorica del cultura d’impronta nazionale e nazionalista prevalente nell’epoca, si è sviluppata un’agile e proficua conversazione, con le puntuali riflessioni sia dell’autore che del professore Angelo Perna e dell’avvocato Antonio Masucci. Di rilievo, per l’interpretazione dei sentimenti del tempo e, in particolare, dei fanti-contadini, impegnati sui fronti di battaglia dei due conflitti, le lettere che inviavano ai familiari; lettere, vagliate dalla censura militare, con scrittura incerta e malferma, che, al netto dei richiami ai valori patriottici, evidenziano l’attaccamento alla terra natia, ad Avella , al forte desiderio di riprendere il lavoro abituale quanto prima e agli affetti familiari. Sentimenti autentici e di forte tempra per giovani, che in parte non sarebbero più ritornati sotto l’amato tetto di casa….
A darne lettura, era la professoressa Maria Dello Russo–Stago, mentre la rappresentazione di veritiera testimonianza della tragedia che si consumò nella Grande guerra – largamente mitizzata, invece, dalla retorica bellicista e patriottarda di cento anni fa sulle scie del dannunzianesimo- era …affidata a brani della poesia di Giuseppe Ungaretti e del celebre Diario di Emilio Lussu , intitolato “ Un anno sull’Altipiano ”, letti dalla professoressa Diana Picciocchi e dal dottor Pellegrino Sorice.
Due percorsi, quelli dell’autore di “Vita d’un uomo” e “Porto sepolto” e di colui ch’è stato il tenace animatore delle istanze di riscatto civile della Sardegna, che non fanno alcun sconto all’ipocrisia; quell’ipocrisia, che ammantava – dai versanti della Triplice Intesa e da quelli della Triplice alleanza – la guerra delle trincee; dei feroci corpo-a-corpo; dei gas venefici che rendevano atroce la morte di quanti ne restavano impregnati e che, a loro volta, venivano finiti a colpi di bastoni ferrati; dei processi sommari con fucilazione immediata per i soldati ritenuti renitenti nell’uccidere il nemico o per il mancato saluto d’ordinanza al “superiore graduato di turno”; del largo consumo di liquori super-alcolici che veniva fatto fare dai soldati per caricarli e drogarli al… meglio negli assalti alla baionetta e all’arma bianca; di generali e ufficiali cinici e senza scrupoli, fino alla perfidia e …tarati dalla patologica malia del…comando.
Un’infinità di brutture…. che sono rivelate dal cristallino ed ermetico linguaggio di uno dei pochi e più importanti poeti con caratura mondiale del nostro tempo, qual é Giuseppe Ungaretti, e dalla limpida vena narrativa di Lussu, tanto affine per schiettezza di tonalità a quella di Giovanni Verga, Grazia Deledda, Ada Negri e Federico De Roberto. Ha coordinato, la conversazione-presentazione di “ Non soltanto sulla pietra ”, il professore Gianni Amodeo .