Oggi nelle nostre mani è capitata una moneta veramente particolare, più che moneta, all’epoca romana, era una vera e propria tessera. Le cosiddette spintriae sono tessere, del diametro di 20-23 mm, caratterizzate da varie raffigurazioni erotiche su un lato (diritto, coniato con il conio di incudine), accompagnate sull’altro lato (rovescio, coniato con il conio di martello) da un numerale romano, generalmente da I a XVI, o dalla leggenda AVG. Il metallo impiegato nella maggior parte degli esemplari noti è oricalco, una lega di bronzo con significative tracce di zinco adoperato anche per alcune emissioni di monete in zecche ufficiali (soprattutto sesterzi edupondi) da Augusto a Nerone. Il termine Spintria ha etimologia incerta e fu sempre usato dai Latiniin riferimento a persone, soprattutto a giovinetti omosessuali passivi. Secondo Tacito, questo termine compare per la prima volta al tempo di Tiberio e deriva dall’oscenità della positura dei giovinetti sottomessi sessualmente dall’imperatore. In realtà il termine spintria fu impiegato per la prima voltada Petronio e poi usato anche da Svetonio.
Noi oggi ne abbiamo vista una da un collezionista che ci ha permesso anche di fotografarla (nella foto), una storia che abbiamo voluto ricordare con voi che risale ad oltre 2000 anni fa.