Siamo arrivati a Ponticelli intorno alle 15,00, con un caldo infernale, 34 gradi la temperatura, con noi con immenso piacere Don Giuseppe Parisi, parroco di Avella. Don Giuseppe era stato da noi informato che nel primo pomeriggio si svolgevano i funerali della giovane Sonia, e subito ci siamo capiti: Avella doveva essere presente, non si poteva lasciare un paese nel dolore senza la nostra solidarietà. Giunti in parrocchia, una bellissima chiesa di quelle moderne costruita, da come poi ha detto nell’omelia di don Raffaele Oliviero parroco del rione, solo 17 anni fa e inaugurata il 1 maggio, giorno in cui ha trovato la morte la giovane Sonia. Lo strazio maggiore lo abbiamo vissuto all’arrivo della bara a casa di Sonia, distante poche centinaia di metri dalla parrocchia, un dolore che non si augura al peggior nemico. Pietrificati da quello che si stava vivendo abbiamo avuto solo la forza di scattare qualche foto, la telecamera è rimasta al suo posto in segno di rispetto di quegli amici, quei genitori distrutti da un immenso dolore. La bara bianca fa il suo ingresso in chiesa alle 15,30 accolta dall’applauso delle migliaia di persone che stavano vivendo un dramma senza fine. Intanto don Giuseppe fatta conoscenza con il parroco Olivero, insieme hanno dato inizio al rito funebre. Esemplare il dolore della famiglia in chiesa rinfrancata dall’omelia di don Raffaele Oliviero: “Il dolore è grande, una giovane con tanti progetti si è spezzato, il primo ad arrivare in suo aiuto, mi diceva don Giuseppe parroco di Avella che questa sera è voluto essere presente per portare l’affetto della comunità avellana che è rimasta sconvolta, è stato un pastore che è riuscito ad arrivare nel torrente dove era ancora viva Sonia, e quel pastore è il segno di Cristo che in quel momento la veniva a prendere per portarla nei pascoli erbosi, pascoli verdeggianti del Paradiso. La morte non è una sconfitta ma è l’inizio di una nuovo cammino. Sono consapevole che oggi Sonia si trova in un posto migliore di quello terreno. Una preghiera va soprattutto per la famiglia, chi colmerà questo vuoto? E’ incolmabile soprattutto per i genitori e per questo noi chiediamo la consolazione che questa ferita mortale sia colmata dalle preghiere. Il nostro non è un addio a Sonia ma solo un saluto, un arrivederci a presto”. Dopo l’omelia è stata la volta degli amici che hanno voluto dedicare a Sonia una canzone e dei messaggi d’amore, emozioni forti e struggenti. Dopo la benedizione la bara è uscita dal sagrato tra gli applausi e all’uscita dalla chiesa tanti confetti bianchi, fiori e palloncini hanno salutato Sonia nel suo ultimo viaggio.