La sentenza di primo grado, relativa all’inchiesta Welfare, del Tribunale di Avellino commina sei anni di reclusione di cui tre indultati e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per il consigliere regionale Carlo Iannace e per il dottor Francesco Caracciolo. L’indagine è quella volta a far luce su un giro di operazioni di chirurgia estetica spacciati, secondo l’accusa, come interventi oncologici per i quali l’Azienda ospedaliera avrebbe incassato rimborsi non dovuti e i medici coinvolti i relativi premi di produttività e una serie di falsi ricoveri in day hospital, ha travolto tutti medici, dirigenti, infermieri e pazienti dell’ospedale, corroborata da oltre 700 testimonianze e circa 10mila cartelle cliniche acquisite dagli inquirenti.
Nel dispositivo letto dal presidente Rescigno, anche l’invio degli atti alla Prefettura di Napoli ai sensi della Legge Severino che, a questo punto, fa traballare la poltrona del consigliere eletto nella lista “De Luca Presidente” e attualmente rientrato nel Partito democratico.
Assoluzioni e prescrizioni invece sono arrivate per l’avellano Vincenzo Castaldo e Maria Giannitti, rispettivamente direttore sanitario dell’ospedale e direttrice del presidio, Lisetta Santoro, Maria Teresa Guarino, Maria Infante, Francesco Pagliarulo, Emanuela Zanettin, Katarzyna Julia Jakubiec, Adelina Polcari, Adele Testa, Angelo Bruno e Maria Luisa Piscopo, Antonio Pastore, Maria Teresa Prizio, Francesco Ruggiero, e Rita Melillo.
La sentenza di condanna sarà chiaramente appellata.