Domenica di Pasqua. Perché esultiamo a Lui; perché cantiamo la nostra gioia esclamando: “alleluia, alleluia?”. All’inizio della veglia pasquale viene vissuto un segno, il segno cioè che evidenzia il passaggio dal buio alla luce. Il buio mette ansia, disorienta, inquieta, fa paura, fa soffrire e fa urtare contro gli ostacoli impedendo di superarli. Il buio è il segno del peccato e della morte. La luce, invece, incute serenità e permette di individuare tutto ciò che può impedire il cammino. L’evento dell’esodo non è solo raccontato come un fatto storico da ricordare ma come una vera e propria profezia! L’umanità intera sarebbe stata destinata a celebrare lo stesso passaggio: dalla schiavitù del peccato e della morte alla libertà della vita eterna e quindi della luce. Oggi, dunque, celebriamo la nostra salvezza operata da Gesù Cristo con la Sua morte e risurrezione, della quale veniamo resi partecipi con il battesimo. Nella vita di ciascuno, caratterizzata dal buio della fragilità, viene gettato un fascio di luce, la luce della speranza che ci permetterà di essere una sola cosa con Dio nell’eternità. Augurissimi, allora, di una vera Pasqua! Possiamo celebrare il “passaggio” da ciò che siamo a ciò che dobbiamo essere! Possiamo essere dei risorti nel cuore e nello spirito. La Santa Pasqua sia per noi l’inizio di un vissuto nella luce e alla luce di Cristo risorto. La luce del Risorto getti luce sulla vita dell’uomo e permetta di scoprirne tutta la preziosità, spingendoci all’amore puro. Esultiamo e cantiamo veramente: “alleluia, alleluia”.