Lunedì 11 luglio, presso l’anfiteatro romani sito in Avella, la compagnia teatrale “opera Lab Io… debutto” si è esibita portando in scena uno dei capolavori di Giuseppe Verdi: La Traviata. L’ opera, in tre atti, è basata sull’ opera teatrale di Alexandre Dumas (figlio) “La signora delle camelie”.
La serata, presentata dal sindaco Domenico Biancardi, è stata allietata dall’orchestra lirico sinfonica Claudio Abbado, diretta dal maestro concertatore Elio Orciuolo, e dal Coro lirico Benten, diretto da Katja Moscato. La regia è stata affidata a Riccardo Canessa
L’opera è ambientata a Parigi e nelle sue vicinanze nel 1700 (circa).
Il primo atto si svolge nel mese d Agosto. Violetta Valéry (interpretata da Erika Liuzzi ) incontra, durante una festa organizzata a casa sua, Alfredo Germont (interpretato da Jiangim Kong). “L’intesa” fra i due non sfugge a Duphol, amante abituale di Madame Valéry. Mentre Violetta e Alfredo danzano, il giovane le dichiara tutto il suo amore e Violetta gli regala una camelia: rivedrà Alfredo solo quando sarà appassita.
Il secondo atto si svolge nel mese di Gennaio. Alfredo e Violetta Valéry vivono felici in una villa di campagna. Alfredo scopre dalla cameriera Annina che Violetta sta vendendo i suoi gioielli per sopperire alla mancanza di denaro e si precipita a Parigi per procurarsene altri. Violetta, rifiutando un invito ad una festa di una sua amica, Flora, riceve la visita inaspettata del padre di Alfredo, Giorgio Germont che l’accusa, ingiustamente, di condurre il figlio alla miseria e “rivelando” l’intenzione di osteggiare in ogni modo l’amore tra i due. La donna, a questo punto, lascia a malincuore l’amato <<Amami, Alfredo, quant’io t’amo. Addio>> che cade presa della gelosia. Quando Violetta riappare ad una festa nuovamente accompagnata da Duphol, Alfredo le chiede di “andar via” con lui ma al rifiuto della donna, che mente per non rivelare il colloquio avvenuto col padre di Alfredo, l’(ex) amato si indigna. Giorgio Germont rimprovera il figlio per il suo comportamento senza rivelare “la realtà dei fatti”.
Il terzo ed ultimo atto si svolge nel mese di Febbraio. La salute, già cagionevole, di Violetta è molto peggiorata. La donna non può più alzarsi dal suo letto. Le giunge una lettera di Germont: finalmente, ha deciso di spiegare tutto a suo figlio. Alfredo è commosso e sta arrivando. Violetta è incredibilmente contenta, ma teme di non sopravvivere fino al suo arrivo. Ma, infine, Alfredo è lì, al suo capezzale; e vi è anche suo padre, profondamente pentito. In un clima di acuto dolore, addolcito però dalla delicatezza e dalla purezza dei sentimenti Violetta muore di Tisi.
In ultimo, ma non in ordine di importanza, vanno ricordati: la compagnia del balletto “Emotion” diretta da Fabrizio Esposito, i Direttori del Palco Ernesto Pulignano e Luigi Angelo Maresca, Maria Rosaria Catalano che ha curato scene e costumi e Raffaele Ruocco che ha curato trucco e parrucco.
L’opera teatrale, coi testi di Maria Francesco Piave, viene considerata parte di una cosiddetta “trilogia popolare” di Verdi, assieme a “Il trovatore” e a “Rigoletto.”
Fu in parte composta nella villa degli editori Ricordi a Cadenabbia, sul lago di Como. La prima rappresentazione avvenne al Teatro La Fenice il 6 marzo 1853 ma, a causa del soggetto allora considerato scabroso, non ottenne il successo sperato. Il successo giunge l’anno seguente, quando fu rappresentata a Venezia, al Teatro San Benedetto, in una versione rielaborata e con interpreti più validi e diretta dal compositore.
A causa della critica alla società borghese, l’opera, nei teatri di Firenze, Bologna, Parma (10 gennaio 1855 nel Teatro Regio di Parma come Violetta), Napoli e Roma, fu rimaneggiata dalla censura e messa in scena con alcuni pezzi totalmente stravolti. Sempre per sfuggire alla censura, l’opera dovette essere spostata come ambientazione cronologica dal XIX al XVIII secolo
Annarita Franzese