Ve lo ricordate il caso di Francesco Estatico, il giovane di Avella che partì per l’Ucraina per combattere con le milizie antigovernative? Una vicenda che mise in apprensione la sua famiglia e un’intera comuntà. E che ora si chiude definitivamente con la risposta fornita in Parlamento dal sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Mario Giro, all’interrogazione parlamentare presentata alla Camera dei Deputati dal Movimento Cinque Stelle (Sibilia, Di Stefano, Di Battista, Spadoni, Scagliusi, Grande e Del Grosso).
Una risposta per iscritto, quella fornita dal sottosegretario di Stato, all’interno della quale sono svelati i dettagli della delicatissima operazione condotta dallo Stato per salvare il prigioniero irpino. «Il signor Estatico è giunto in Ucraina il 10 settembre 2015 a bordo di un autobus con l’apparente scopo di unirsi alle milizie anti-governative attive nell’est del Paese – si legge nella relazione dell’onorevole Giro – Dopo aver tentato per due volte, senza successo, di entrare in territorio separatista, è stato sottoposto ad una ordinaria procedura di identificazione da parte delle autorità ucraine ed immediatamente rilasciato con libertà di circolazione in territorio ucraino».
«La nostra ambasciata a Kiev si è da subito attivata per rintracciare il connazionale, mantenendosi sin dalle prime fasi in costante raccordo con le autorità locali e con i familiari in Italia. Grazie alla collaborazione con le autorità ucraine, il signor Estatico è stato accompagnato lontano dalla zona del fronte e condotto, nella mattinata del 24 settembre 2015, in ambasciata per il successivo rimpatrio in Italia. Il personale della cancelleria consolare ha quindi assistito il connazionale ed i suoi familiari sino all’imbarco sul volo per Milano delle ore 4.10 dello scorso 25 settembre. Da parte del Ministero della Difesa, si ribadisce che il signor Estatico non risulta essere mai stato in servizio nelle forze armate. Il Ministero dell’Interno ha infine precisato che la Questura di Avellino ha informato dei fatti l’autorità giudiziaria per le competenti valutazioni».
Dunque, viene scritta la parola fine su un caso che destò enorme clamore, finendo addirittura alla ribalta nazionale. Il parlamentare irpino Carlo Sibilia, che con un’interrogazione del 26 settembre 2015 si è impegnato per chiarire la vicenda, così commenta la relazione fornita dal Sottosegretario di Stato: «Il supporto per i nostri cittadini che si trovano all’estero per lunghi o brevi periodi e per motivi diversi deve essere a 360 gradi. Le nostre ambasciate devono profondere il massimo sforzo per limitare i disagi degli italiani nel mondo».