Il pesce d’aprile nasce per la prima volta all’epoca dei vichinghi. Poiché il re Olaf era sempre annoiato, un suo servo decise di rallegrarlo con uno scherzetto, così gli raccontò che il vicino regno aveva catturato sua figlia. Olaf, allora, fece attaccare il villaggio e decimare la popolazione, finché il servo annunciò che era tutto uno scherzo e che lui ci era cascato. Olaf non la prese bene e impiccò il servo.
Si hanno testimonianze di eventi del genere anche nella storia romana: Nerone, dopo aver invitato i cristiani nel Colosseo per una festa, disse loro che era tutto uno scherzo e liberò i leoni. Anche nel medioevo si aveva questa usanza: per fare un pesce d’aprile alle mogli, gli uomini del tempo le accusavano di essere streghe per poi dire che era tutto uno scherzo. Ma poiché poi non venivano ascoltati, le mogli finivano comunque bruciate.
Nei secoli successivi il pesce d’aprile venne migliorato e perfezionato, fino a raggiungere quello che è oggi: un pesce di carta da attaccare alla felpa firmata del tuo amico per farti prendere a botte. Il nome pesce d’aprile deriva semplicemente dal fatto che è aprile, e che chi casca negli scherzi ha il cervello di un pesce. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente casuale. Quest’anno bassairpinia ha deciso di dedicare lo scherzo dell’anno a Ernesto Sasso, presidente del Movimento Cittadinanza Attiva Abella, che oltre ad essere un “sfottitore” per eccellenza e anche un buon intenditore di vino. Speriamo di avervi divertito e per una volta la notizia da noi pubblicata è davvero una bufala.