Il giovane medico aggredito in via Roma girava armato poiché in passato aveva subito già altre due rapine, una ad Avella e l’altra ad Acerra. E, cosa ancora più assurda, conosceva i suoi aggressori. Ed anche bene. Al punto da farsi ritinteggiare le pareti dell’ambulatorio. «Si incontravano spesso e si salutavano, magari erano soliti prendersi anche il caffè al bar insieme», racconterà in un eccesso di rabbia un familiare.
La ricostruzione dei fatti. Oramai è chiaro, i rapinatori, un 35enne e un 37enne di Avella, entrambi pregiudicati, stavano studiando il colpo da tempo. Avevano memorizzato le abitudini del giovane medico. E lo hanno atteso, ieri sera, poco dopo le 11 quando ha terminato le visite allo studio. Erano appostati nei pressi dell’auto del professionista, che non ha fatto in tempo a salire a bordo della vettura. Lo hanno scaraventato a terra, puntandogli la pistola al capo. Nel frattempo gli frugavano le tasche della giacca alla ricerca dei contanti. Non hanno trovato solo quelli, circa 500 euro, il frutto della giornata di lavoro. Il medico aveva con sé anche una semiautomatica di piccolo calibro, legalmente detenuta. La portava con sé proprio per difendersi dai rapinatori. A quel punto la situazione è degenerata. Uno dei due malviventi ha iniziato a colpire alla testa la vittima con il calcio della sua pistola ad aria compressa, senza però la punta rossa. Il medico ha reagito, è riuscito ad afferrare la sua, di pistola, ed ha fatto fuoco. Quattro colpi, a distanza ravvicinatissima. Tre hanno attinto l’aggressore: alla mano, all’avambraccio e alla gamba. Il quarto è andato a vuoto.
La fuga e l’individuazione dei banditi. Poco distante, una pattuglia dei Carabinieri della Compagnia di Baiano ha udito gli spari e si è diretta in via Roma, dove ha trovato il medico ferito ed ancora sotto shock per l’accaduto. Il giovane professionista ha avuto la forza di raccontare mettendo i militari sulle tracce dei rapinatori. Uno, quello ferito, è stato rintracciato al Pronto soccorso dell’ospedale di Nola. Il complice era tornata invece a casa. Per quest’ultimo si sono aperte immediatamente le porte del carcere di Bellizzi.