Siamo tutti perfettamente consapevoli che in campagna elettorale si spendono belle parole a favore di vertenze che coinvolgono centinaia di lavoratori, come quella di voi dipendenti delle Comunità montane della Campania, nella speranza di averne un buon tornaconto elettorale.
Ma non si può continuare ad offendere l’intelligenza di chi è stato colpito dalla mala gestione politica, pensando che non sia capace di comprendere quanto le logiche che sono dietro a certe candidature siano molto più vecchie dei volti nuovi schierati in campo.
Quella dei lavoratori delle Comunità montane è una vertenza che ha subìto diversi scaricabarile ed ha, a mio avviso, delle colpe trasversali all’interno del mondo politico regionale e provinciale. Accusarsi oggi vicendevolmente, o peggio, avere la presunzione di poter puntare il dito verso un unico colpevole, sarebbe per voi lavoratori l’ennesima presa in giro.
Le responsabilità di un ventennio di mala gestione della cosa pubblica non sono a destra o a sinistra, ma in un vecchio modo di concepire la politica. Ed è tempo che tutti prendano in carico la propria parte di colpa. Non aver gestito in prima persona non può essere un alibi, soprattutto se si continua ad essere espressione di quella stessa politica colpevole dello scempio che è sotto gli occhi di tutti. Perché non basta cambiare nomi e volti per essere portatori di un cambiamento vero.
Quello che serve oggi a voi lavoratori è un progetto di ricollocazione serio e percorribile. Ridurre la questione al pagamento di uno stipendio, come fosse elemosina, significa non voler restituire dignità a chi fa un lavoro più che utile per questa regione.
Trovo offensivo che ancora nel 2015 il concetto di lavoro venga associato ai problemi di sussistenza di un singolo individuo diventando, inevitabilmente, assistenza, aiuto, sostegno umano, prebenda. In una società degna di essere definita ‘civile’ la parola lavoro deve significare essere parte integrante di una comunità e contribuire al suo progresso senza dover per questo ringraziare nessuno.
Se fosse stato ben valorizzato e programmato, e soprattutto gestito da persone competenti, il lavoro delle Comunità montane avrebbe potuto portare un enorme risparmio economico ai tanti enti, che spesso si sono ritrovati ad affrontare emergenze ambientali proprio per la mancanza di prevenzione che questo lavoro garantisce.
Chi si pone nei vostri confronti parlandovi solo di stipendio e riducendo il tutto al pagamento, senza dubbio doveroso e legittimo, di quella che considera niente altro che una prebenda elettorale, continua a non voler parlare di futuro, né di dignità ed autonomia dei lavoratori.
Il voto è un’arma nelle vostre mani e solo grazie alla scelta giusta sarà possibile riaffermare il valore del vostro ruolo e la necessità di una vostra presenza continua e costante all’interno degli enti pubblici. Senza per questo essere un peso o una platea da accontentare ad orologeria.
In (buona) fede,
Pellegrino Palmieri
Consigliere comunale di opposizione ad Avella
Candidato consigliere regionale per la lista Davvero/Verdi