Il giovane autore, Antonio De Rosa, di Sirignano, praticante giornalista presso il Corriere dell’Irpinia e studente di medicina presso l’università di Salerno, nel suo libro “Valleiano. Storia, tradizioni e antichi mestieri dei sei comuni del baianese”, di prossima pubblicazione, propone il nome di Valleiano, riferendolo non solamente a Baiano (come suggeriva il Flechia, facendolo derivare da un ipotetico signore romano di nome Valleio) ma all’intero comprensorio dei sei comuni e facendolo invece derivare da valle o vallo di Giano, poiché è accertato che in quest’area bassairpina il culto della divinità italica Giano fosse molto diffuso, al punto che la montagna più vicina ai centri abitati si chiama proprio Arciano (nome che proviene da Arx Janui, ovvero “altura di Giano). Tale circostanza è accennata anche da don Giovanni Picariello che nel suo “La valle munianense”, dove, citando Antonio Jamalio, riporta testualmente: «Non sempre in quest’angolo delizioso del Sannio Irpino regnò l’oscurità, poiché nell’antichità classica esso fu chiaro per lo Stato Etrusco e perla colonia romana di Avella, per il culto di Giano, perla colonia calcidese del Litto, per la Villa Cesarana e per il gran transito al Santuario Osco di Opi prima, poi di Cibele sul Partenio [n.d.r. il futuro Santuario di Montevergine]; nel medio evo per il dominio feudale, successivamente disputato tra Avella, Monteforte, Nola, Montevergine e la Santa Casa dell’Annunziata di napoli [ndr. AGP]. Nell’evo moderno per l’insigne Cenobio di San Pietro a Cesarano; nel sec. XIX per il celebrato Santuario di Santa Filomena; per due accreditati Istituti d’istruzione; per essere poi una stazione naturale di transito tra Napoli ed Avellino».
La proposta del giovane autore (e collaboratore del nostro giornale) è molto interessante non solo perché si basa su riferimenti storici ma anche perché potrebbe contribuire a smussare i campanilismi che sembrano emergere tra gli esponenti dei vari comuni a proposito della reale portata e delle modalità di istituzione di una nuova “città aggregata” che comprenda Avella, Baiano, Mugnano del Cardinale, Quadrelle, Sirignano e Sperone e che deve passare necessariamente per la fase intermedia della gestione comune di alcuni servizi.