Una serata all’insegna della poesia e del gusto quella che vedrà 22 poeti sabato 9 settembre al ristorante la Grotta di Avella , cimentarsi nella narrazione dei propri versi in quella che si annuncia una vera e propria festa della poesia. L’incontro organizzato da Stefania Russo vedrà la partecipazione dei poeti: Gino Abbro, Eulalia Cefalo, Vincenzo Cerasuolo, Carmelina Di Paolo, Giuseppe Escalona, Teresa Esposito, Pasquale Esposito, Lucia Gaeta, Alfonso Gargano, Francesco Gemito, Nina Gentile, Anna Gentile, Igor Issorf, Antonella La Frazia, Gerardo Landi, Vincenzo Moccia, Gaetano Napolitano, Gioconda Oliano, Lucio Scafuri, Giorgio Stanievic, Giuseppe Vetromile. Oltre alla poesia un intervento musicale del soprano Fiorella Sepe e del tenore Giuseppe Scognamiglio completerà l’evento artistico.
Fotografa ufficiale dell’evento Cristina Santonicola
Una deliziosa cena di prodotti dell’enogastronomia locale preparati dagli chef del ristorante la Grotta. La manifestazione sarà inaugurata dal dinamico assessore alla cultura del Comune di Baiano Rosita Rastiello. L’evento oltre ad essere un momento di condivisione culturale è anche l’occasione per ammirare le bellezze naturalistiche di Avella che non sono di meno a quelle archeologiche.
La grotta di San Michele si trova in località Capo di Ciesco, a circa 2 km dal centro abitato di Avella, in un vallone solcato dal corso del fiume Clanio. Nonostante la folta vegetazione è ancora possibile osservare, sulla parte alta della parete rocciosa in cui si apre l’ingresso alla grotta, il paramento murario e la nicchia. Si tratta di una grotta chiaramente eremitica. Ad attestarlo vi è una tomba, destinata forse all’ultimo eremita, collocata sulla destra della scalina che porta al piano di calpestio, così voluta per crearvi un altare di cui oggi non rimane che una base rettangolare. Tra il XIII ed il XIV sec., come sembra dai dipinti, vi era una cappella centrale dedicata al culto micaelico , riconducibile all’epoca Longobarda. Vi si accede grazie ad una scala in muratura costruita anteriormente al 1974 sull’originaria rampa. Sulle pareti della grotta si conservano affreschi che sono stati datati dall’epoca paleocristiana all’età moderna. Sebbene manchino gli elementi che possano confermare l’impiego della grotta avellana sin dall’età paleocristiana come sepolcreto o luogo di culto, tantomeno la certezza che la chiesa rupestre costituisca un esempio di cristianizzazione di un preesistente luogo di culto pagano delle acque, tuttavia esistono prove che il Clanio fosse venerato come una divinità locale nel territorio a Nord di Avella. Presso alcune fonti che vanno a confluire nel fiume, sorgeva un santuario fontanile frequentato dalla metà del V secolo a.C. sino al II-I a.C., dove pare si venerasse Ercole protettore delle sorgenti oltre che dei pastori. L’acqua che stilla dalla formazione stalattitica, nella parte più interna della spelonca dovette risultare strettamente funzionale al culto dell’Arcangelo che è anche considerato patrono delle acque fluviali. Attualmente la Grotta non è visitabile per pericoli di crollo,nell’ultima visita del critico Vittorio Sgarbi che comunque volle visitare il sito ha lanciato un appello agli amministratori affinchè un monumento di tale bellezza artistica e naturalistica venga messo in sicurezza e reso fruibile ai visitatori. Un altro tassello importante per la promozione turistica di questa splendida città d’arte.