Oggi vi parliamo di un’antichissima festa popolare che si svolge a Sirignano in provincia di Avellino Il Maio e la festa di S. Andrea. La festa di S. Andrea ricorre il 30 novembre ed è conosciuta come il “Natale piccirillo” (piccirillo=piccolino!). Il giorno precedente si festeggia come se fosse la vigilia di Natale con il tradizionale cenone, durante il quale si consumano: spaghetti con le noci, baccalà, capitone, frittura di pesce, scarola imbottita e frutta secca. La sera, in piazza principessa Rosa, si accende un grande falò intorno al quale si riunisce il paese, dai più piccoli ai più grandi, si sparano botti e si mangiano le patate cotte sotto la brace. La mattina del 30, per le vie del paese si svolge la folcloristica processione del Maio; a pranzo si consumano pietanze tipicamente natalizie: pasta al forno, cappone, dolci. Nel primo pomeriggio la statua di S.Andrea viene portata a spalla in processione per le vie del paese, accompagnata da una folla di fedeli e dalla banda musicale.
La festa si conclude con la celebrazione di una santa Messa e con i fuochi d’artificio. La processione del Maio. Anticamente la festa del Maio si svolgeva diversamente da oggi. Circa un mese prima del 30 novembre, un contadino, devoto a S. Andrea, offriva un maiale che veniva portato di casa in casa per essere ingrassato. La domenica precedente la festa, una squadra di sirignanesi andava sulle montagne circostanti il paese e tagliava un grosso tronco di pioppo. In montagna si consumava anche il pranzo che comprendeva pasta e fagioli con cotiche, agnello alla brace, salsicce e del buon vino (!) Nel pomeriggio, il Maio cioè il tronco, trainato da muli, tra schioppi di fucile e di carabine, seguito dalla folla festante che intonava il canto tradizionale del Maio (E vvui ca state ra coppa, stateve attienti e mantiniteve c’à via è sempe ”bbona…), veniva portato in paese. La mattina del 30 novembre il grosso tronco veniva portato in processione per le vie del paese, preceduto dal maiale, adornato da una ghirlanda di fiori intorno al collo. In piazza Croce, il maiale veniva ucciso e tutt”intorno si mettevano dei pesci, simbolo del Santo. Successivamente veniva fatto a pezzi e la carne distribuita al popolo che la consumava in quel dì di festa. Oggi il Maio. Oggi il Maio è ancora un momento di aggregazione del paese con l”arrivo di numerosi turisti. Alcune usanze sono però cambiate: il maiale non viene più ucciso in piazza, gli asinelli sono stati (ahinoi!) sostituiti dalle jeep, le carabine sono state sostituite dai fuochi d”artificio. Sono rimaste invariate le usanze culinarie e si offrono all’avventore di turno castagne arrostite ed un buon bicchiere di vino!