Interviene sul nostro portale il prof. Antonio Napolitano, un passato da sindaco di Sirignano che negli ultimi giorni sta punzecchiando l’amministrazione comunale retta da Raffaele Colucci sui lavori al Castello Caravita. Queste le domande che abbiamo posto: Lei negli ultimi giorni sta polemizzando con il sindaco Colucci sul Castello Caravita, ma in realtà di cosa si tratta? La polemica non è sul Castello ma sui lavori che si stanno facendo all’interno dello stesso, o meglio sulle irregolarità, eclatanti ai lavori di restauro. Ma innanzitutto bisogna ricordare che il Castello del Principe Caravita fu costruito alla fine del 1700 e nel corso dei secoli il fabbricato si è arricchito ed evoluto. Alla fine del 1960 lo stesso è stato posto sotto il vincolo dei Beni Culturali ma soprattutto la soprintendenza ha vincolato il castello con un restauro conservativo, sta a significare che tutti i lavori di restauro che si vanno ad eseguire devono essere realizzati non discostandosi dalla struttura originale. Voglio ricordare che l’acquisto dello stesso fu effettuato dal sottoscritto all’epoca del mio sindacato ed il progetto dello stesso e i finanziamenti ricevuti sono quelli che io ho procurato, ma questo è un dato secondario. Ma andiamo al punto che ci interessa. Abbiamo notato che gli infissi sia interni che esterni, ma soprattutto questi ultimi si discostano dal progetto originario essendo non in legno pregiato ma in anodizzato, con differenza di prezzo notevole, oltre a non rispettare le direttive della soprintendenza dei beni culturali. Stiamo parlando di svariate decina di migliaia di euro, ma quel che più fa rabbia che questo materiale di basto costo ha mortificato un palazzo di valore storico e affettivo per Sirignano e per i suoi cittadini. Personalmente dopo aver ascoltato il parere di esperti in materia ho provveduto a scrivere una lettera alla soprintendenza affinché effettui i dovuti controlli. Ma soprattutto dobbiamo farci una domanda, come è possibile che il direttore dei lavori e il collaudatore in corso d’opera abbiano permesso ciò, ovvero utilizzare materiale scadente. E ci domandiamo la differenza dei soldi risparmiati deve sono andati a finire? Questo e l’unico problema che sussiste? No, anche la ringhiera non segue quella originale. Ma il punto più dolente e che all’interno del castello vi erano numerosi materiali nocivi, tra cui amianto. Perché non esiste tra le carte nessun contratto con ditte specializzate per lo smaltimento, ma la maggior parte dell’amianto si trova ancora nel giardino del Palazzo e cio mette a rischio la salute dei cittadini e su questo punto abbiamo interessato i Vigili del Fuoco chiedendo di intervenire. Disastro su disastro non possono trovare giustificazione nel bassissimo tasso scolastico del sindaco e della sua amministrazione.