Tra poco meno di un mese- il 20 febbraio- scenderà il sipario sul ciclo delle Feste del Majo. Un percorso, che, segnando da sempre il passaggio dal vecchio al nuovo anno, identifica gli aspetti più significativi del folclore del territorio, aprendosi il 30 novembre a Sirignano con le manifestazioni del cosiddetto “Natale piccirillo” , a cui, tra dicembre e gennaio, seguono gli eventi rituali di Baiano, Mugnano del Cardinale, Quadrelle ed Avella, per…ricevere il sigillo conclusivo proprio nel prossimo mese, a Sperone, la cui autonoma municipalità fu istituita sul finire dell’800, con il “distacco” da quella della millenaria città italica, fondata dagli osci. Con l’autonomia, in quella ch’era stata la storica “frazione” di Avella fu adottato il culto arboreo, praticato sull’intero territorio dell’Unione, interagendo con la multiforme simbologia del majo; culto, con cui si combina ed intreccia la devozione religiosa d’impronta cattolica, ispirata dalla venerazione per il Patrono della comunità locale, nel caso in specie Sant’Elia profeta, la cui memoria si celebra il 20 luglio, secondo il calendario della liturgia ecclesiastica, ma anche il 20 febbraio. Una festa votiva e di ringraziamento- quest’ultima- che ricorda la processione della statua del Santo, con cui la comunità ne invocò la protezione, affinché fosse allontanata l’ epidemia del vaiolo da cui era martoriata e che nel 1903 flagellò tante aree della Campania, seminando angoscia, paure e tanti lutti. Una festa, che si rapporta ed omologa con quella del 26 febbraio, che si celebra a Baiano, pure in ricordo dell’identica invocazione in processione per le vie cittadine e con la comune valenza votiva e di ringraziamento, in onore del Patrono Santo Stefano. E l’atto di ringraziamento delle due comunità oranti di oltre un secolo fa, che si rinnova di anno in anno, è collegato con il progressivo e rapido scemare della violenza letale dell’epidemia, proprio dopo le processioni in onore dei due Patroni. Sant’ Elia e Santo Stefano avevano compiuto il miracolo atteso dalla devozione e dal comune sentire popolare.
Sulle tracce di questi itinerari, è già… in esercizio il cantiere dei preparativi della Festa del Majo, la cui organizzazione è affidata all’omonima associazione, presieduta da Nicola Parente, in stretta collaborazione con l’associazione Zigo–Zago, che da anni si segnala per la promozione e la diffusione della cultura teatrale con fattivo impegno amatoriale. E la Festa si avvale della collaborazione della civica amministrazione, guidata dal sindaco Marco Santo Alaia. In questo ambito sono stati “definiti” i tasselli dell’agenda della manifestazione. L’obiettivo primario dell’edizione 2014 è quello del pieno rilancio e della valorizzazione della Festa del Majo, liberandola dalle inadeguatezze degli ultimi anni, per puntare sul coinvolgimento partecipe e diretto dei giovani. Il primo approccio di qualità, da conferire all’evento, è l’indizione del concorso, che impegnerà i ragazzi e le ragazze delle scuole cittadine, con il supporto del corpo docente e del dirigente, il professore Felice Colucci. Tema del concorso, incentrato sulla produzione di elaborati grafici, è “ Il racconto del tuo Majo nella tradizione popolare ”. Il termine di scadenza per la presentazione degli elaborati, con consegna al Comitato organizzatore della Festa, è fissato per il 5 febbraio, alle ore 12,00. La valutazione per la premiazione è affidata alla Giuria, formata dal professore Carmine Montella, dal dottor Michele Salapete e dall’insegnante Emilia Belloisi.
La programmazione di massima della manifestazione prevede per Il 15 febbraio nella Sala consiliare del palazzo comunale, alle ore 19, il convegno di riflessione ed analisi, per un verso, sui significati della Festa del Majo e, per l’altro verso, sugli aspetti della sua reversibilità con il sincretismo religioso sia di matrice politeista paganeggiante che di matrice cristiana. Un percorso, che potrà far discernere ed emergere, in particolare, il profilo ed i contenuti della cultura materiale, che si connetteva con la filiera delle attività economiche e produttive, di cui le comunità del territorio sono vissute per secoli, in stretto rapporto con i boschi soprattutto della chiostra dei Monti Avella; profilo, di cui il Majo, inteso come l’albero più alto e…vetusto, é certamente una compiuta testimonianza.
E’ –questa– la dimensione, che innesta le Feste del Majo nel vasto panorama dei culti arborei, praticati in tutta Europa e nell’area mediterranea, con peculiari varianti, com’è naturale che sia. Ed è l’innesto, che nell’attualizzarsi trova la sponda di riferimento nella cultura dell’ambiente e dei valori della territorialità, bene comune. Un bene comune, la cui tutela interpella e sollecita il senso della responsabilità civica e sociale degli uomini dei nostri giorni. Animeranno il convegno, studiosi ed esperti di storia e tradizioni locali, che vivono il territorio. E ne hanno una congrua e compiuta cognizione.
Il 20 febbraio, in concomitanza con le celebrazioni in onore di Sant’Elia profeta, la Festa del Majo vivrà l’antico e rinnovato rito, nel segno della semplicità di quella ch’è stata la civiltà contadina e della vita dei boschi. Il Majo, secondo le prescrizioni dei competenti organi istituzionali, sarà “abbattuto” in una delle sezioni delle “isole amministrative” di Sperone nei boschi avellani o nei boschi del Monte Arciano, dove signoreggiano i castagneti; all’”abbattimento”, secondo consuetudine, seguirà la messa a dimora di un giovane …castagno. Poi, sul far del mezzogiorno, la sfilata in corteo del Majo per le vie cittadine, tra canti,suoni della banda musicale e…il trasporto a spalla delle fascine; trasporto, in cui saranno impegnati giovani e meno giovani. Le fascine saranno depositate sul piazzale sul piazzale Sant’Elia, dove sarà eretto il Majo ed alimenteranno nelle ore serali il falò, testimonianza della convivialità e dello spirito d’aggregazione della comunità. E, all’insegna di sobrie degustazioni, ci sarà l’opportunità di…conoscere le tipicità gastronomiche locali.
Ultima e rilevante annotazione. Nel “canovaccio” della Festa del 20 febbraio, l’elemento-cardine è l’ assoluto divieto di spari di fuochi d’artificio e petardi legali e, a maggior ragione, di genere illegale. Un divieto peculiare della ritualità speronese, previsto dal regolamento dell’Associazione del Majo, e garantito dalla vigilanza della polizia locale. Un modello che rende la Festa vivibile in tutte le sue fasi, ricalcando il modello della Festa del Majo avellana.