Grandi presenze alla Fiera campionaria di Venticano, la più grande firma del giornalismo sportivo in Italia ovvero Mario Sconcerti affiancato da Gianni Porcelli (40 anni di radiocronache, telecronache e servizi con RAI ed altre testate) a fare da moderatore ma una grande assenza, l’As Avellino che aveva in rappresentanza il solo accompagnatore, colonnello Lallo. La Pro loco venticanese, al tavolo, apre la kermesse e Porcelli non può fare a meno di bacchettare la dirigenza dell’As Avellino che doveva presenziare con il Presidente, ds, dg, allenatore e alcuni giocatori. Nemmeno l’ombra.
Sconcerti apre parlando del suo libro “Storia del Gol” soffermandosi sul fatto che il calcio è sentimento. Dagli anni 30 con calciatori piccoli e magri e la priorità della palla a terra all’avvento degli svedesi negli anni 50 (Liedholm, Nordhal, Jepson), grandi e grossi. Una generazione salvata dalla guerra. L’aneddoto di Foni, che inventò il libero e fu il precursore della linea a 4 difensiva che nasce proprio per difendersi dagli attaccanti grandi e grossi. Con la citazione di Jepson, pagato 104 milioni di lire (cifra monstre all’epoca), il riferimento al Napoli di Achille Lauro è automatico. La città partenopea non era prontissima a qualcosa di così grande, Milano era la locomotiva in Italia e l’avventura di Jepson all’ombra del Vesuvio non fu eccezionale. La prima vera campagna acquisti del Napoli fu incentrata su Sivori e Altafini. Proprio Sivori dovette andare via dalla Torino bianconera dove i metodi duri di Heriberto Herrera non si sposavano bene con lo spirito creativo dell’italo argentino. Prese 7 giornate di squalifica per aver colto in pieno viso HH2 con una pallonata. Sul Napoli di oggi, Sconcerti è convinto che la squadra difetta nella fase difensiva e non nei singoli. Il 4-2-3-1 di Benitez è un po’ sbilanciato e la continuità della squadra ne risente. Tuttavia in Europa League gli azzurri sono messi meglio, perché maggiormente strutturati, rispetto alla sua Fiorentina, un po’ fragile.
Si parla pure della Juventus, secondo il maggior opinionista Sky la crisi contiana è stato un sospiro di sollievo inconscio anche per lo stesso tecnico del quale non condivide determinate posizioni. I bianconeri per molti hanno avuto a favore la sudditanza degli arbitri. Sconcerti batte sul fatto che fare l’arbitro è complicatissimo, i “fischietti” non possono mettersi d’accordo perché sono in numero esiguo ed ognuno invidia l’altro. La grande squadra ha sempre la fortuna di avere un arbitro a favore.
Capitolo Avellino. I lupi sono stati 10 anni in A senza diritti televisivi che oggi sono esaustivi. Gli irpini dovevano vivere con i soldi di Sibilia. Secondo Sconcerti fu un miracolo quello degli anni 80 così come i 20 anni del Vicenza in A. Avellino è una città da A seppur piccola e per la massima categoria bisogna saper attendere. E se si ritroverà nell’élite del calcio, partirà come le altre a livello economico mentre la serie B è una disgrazia.
Sull’eventualità di un campionato europeo per club, Sconcerti pensa che da qui a venti anni potrà prender piede un tale scenario. Un accenno anche alla crisi delle milanesi, figlia, per il giornalista fiorentino, dell’anzianità di presidenza di Moratti e Berlusconi. Con l’avvento delle proprietà straniere, il calcio e’ un’azienda, non ci sono più i mecenati “ricchi scemi” disposti a spendere. Sugli stadi di proprietà è chiaro che ora le società non hanno niente se non il marchio ma quando le squadre avranno indistintamente l’impianto di fruizione esclusiva non sarà più un vantaggio. Tutto si azzera e al momento il fattore “Juventus Stadium” e’ importante secondo Sconcerti ma non decisivo. Sulla Roma che sta perdendo la quadra, il giornalista parla di una città che brucia, dove c’è un eccesso di informazione e ciò ha portato fuori dalla realtà anche una persona come Garcia. L’errore di Sabatini è stato quello di addossarsi le responsabilità creando alibi ai giocatori.
Sulle curve e i tifosi in genere non bisogna mescolare la violenza di alcuni ultras con la parte sana del tifo. Oggi gli stadi sono anche fin troppo presidiati. Sui nuovi allenatori, Sarri è un fenomeno, un Sacchi vecchio. Maestro a 57 anni. Poi i vari Pioli,Montella hanno approfittato di una generazione saltata. In Nazionale secondo Sconcerti non si può allenare ma solo selezionare. Gli azzurri pagano la mancanza di giocatori e la B non da’ niente, troppa differenza con la A. Un calcio italiano in difficoltà. La crisi è anche relativa ad imprenditori che ormai hanno a che fare con i Tribunali.
La crisi secondo l’opinionista Sky è anche del giornalismo sportivo. Si moltiplica l’informazione a danno della qualità. In 15 anni di Internet nessuno che ha partorito un’idea originale. Per parlare di calcio si deve scrivere semplice, evitare i gerghi per evitare le standardizzazioni. Infine uno sguardo al sorteggio di domani in Champions. Il Real con tutti i titolari non è una “cattiva squadra”. In semifinale, però, non ci si può chiedere se la Juventus è alla pari. Il fatto di essere fiorentino spingerebbe all’autolesionismo se ci fosse l’augurio della sconfitta dei bianconeri. Allegri è stato molto bravo.
Consegna di targhe a Sconcerti e Porcelli, la Fiera di Venticano saluta due grandi giornalisti.
Lucio Ianniciello