Nella gelida serata di Fuorigrotta è ancora una volta il Napoli a riscaldare i cuori dei circa 40.000 mila tifosi accorsi per sostenere la squadra verso la riconquista del terzo posto ed ancora una volta è Napul’ è di Pino Daniele, ormai diventato l’inno degli azzurri a fare da apripista alla gara, suscitando forti sensazioni e spirito di unione.
La squadra di mister Rafa Benitez, vicino al rinnovo, ha ormai confermato lo stato eccellente di forma, ritornando ad essere tosta, bella da vedere e a tratti spumeggiante, ma anche sprecone e con qualche piccolo errore da limare, giocando un primo tempo all’assalto della porta di Perin, basta solo pensare che il primo pallone toccato dal ritrovato portiere del Napoli, Rafael, è stato al minuto 9’ pt ed un secondo tempo giocato in due parti: la prima dedicata alla gestione del risultato facendo il solito possesso palla, fino al goal del Genoa; la seconda alla ricerca del goal vittoria.
Tantissime sono state le occasioni create dal Napoli, con giocate a dir poco sopraffine da parte di Higuain e del capitano Marek Hamsik e con il contributo offerto per l’intera gara dagli esterni Callejon e De Guzman. Ed è proprio l’olandese volante ad avere le migliori occasioni per portare il Napoli sul 2 a 0, purtroppo sprecate per eccesso di borghesismo, creando qualche problema nel secondo tempo.
La forte capacità offensiva è stata supportata da un centrocampo composto da Inler e David Lopez, che hanno dato quantità e qualità e da una difesa, composta da Maggio, Albiol, Koulibaly ed uno Strinic in gran spolvero, che non è mai andata in forte difficoltà se non in pochissime occasioni come quella dell’azione che ha riportato il Genoa in parità (56’) con il goal di Iago Falque, che ha tenuto i tifosi sulle spine con l’amaro della disfatta e fatto ricomparire le solite ansie di un Napoli capace di non approfittare del momento negativo delle dirette concorrenti in corsa per un posto in Champions, e del periodo poco felice della Roma ferma al secondo posto, reduce da un pareggio contro la Fiorentina. Ma tutto questo è svanito nel momento in cui è salito in cattedra l’argentino, prima conquistandosi il calcio di rigore e poi assumendosi la responsabilità di calciarlo, dimostrandosi vero trascinatore degli undici di mister Rafa (74’).
Veniamo, dunque, al protagonista assoluto della serata. Si tratta di Gonzalo Higuain, il quale attacca, difende, lotta con caparbietà, mostrando l’assoluta delicatezza del proprio piede con una serie di tacchi, dribbling e cambi di gioco, fino ad arrivare ai goal realizzati, con assoluta disinvoltura, di testa su respinta di Perin dopo un insidioso tiro di Callejon e su calcio di rigore, calciato di potenza, alla sinistra del portiere rossoblù. L’attaccante azzurro si dimostra vero top player di questa serie A, portandosi a quota 12 goal realizzati ad una sola lunghezza da Tevez e candidandosi seriamente per il titolo di capocannoniere.
Nel finale il Genoa attacca con cinque giocatori. Il Napoli si difende in modo ordinato fino al fischio finale che attesta il Napoli al terzo posto e lo lancia a gran velocità verso la seconda posizione, distaccando di ben 10 punti Milan e Inter ormai in netta fase decadenziale.
Nel Napoli entravano Gabbiadini (71’ per De Guzman), Britos (85’ per Strinic), Zapata (89’ per Higuain).
(Antonio Maffettone)