Dopo oltre 10 anni da quel tragico derby Avellino – Napoli presso lo Stadio Partenio che degenerò in violenti scontri tra tifosi e forze dell’Ordine, con la conseguente morte di Sergio Ercolano abbiamo finalmente la conferma della sentenza d’appello. La sentenza di primo grado, in accoglimento della tesi difensiva avanzata dalla U.S. Avellino SpA, rappresentata e difesa dall’Avvocato Biancamaria D’Agostino del foro di Avellino, ha rigettato la domanda degli eredi Ercolano ritenendo insussistente ogni titolo di responsabilità in capo a tutte le parti convenute in giudizio. A seguito dell’appello proposto dai familiari di Sergio Ercolano, la Corte d’appello di Napoli da un lato ha dichiarato improcedibile il gravame proposto dagli appellanti nei confronti del fallimento della Unione Sportiva Avellino in liquidazione, sempre difesa dal medesimo avv. Biancamaria D’Agostino, dall’altro ha ribadito quanto già sottolineato dal Giudice di prime cure, e cioè che “In tale situazione di estremo disordine e violenza si pone il comportamento abnorme dell’Ercolano che – o per entrare nello Stadio eludendo i controlli o per trovare una via di fuga per sottrarsi alla guerriglia tra tifosi – scelse autonomamente e consapevolmente di percorrere una strada che, per tutte le caratteristiche innanzi illustrate, era prevedibilmente molto insicura e visibilmente insidiosa”. Nessuna responsabilità dunque può essere attribuita al Comune di Avellino ed al Ministero degli Interni in dipendenza del suddetto tragico fatto di cronaca.