- di Alfredo Cascone
<<D’improvviso uno schiamazzo terribile sorse dalla piazza: Masaniello dimenticava che il tempo trascorreva; era trascorsa oramai un’ora da quando era entrato nel palazzo e non era riapparso. Il popolo lo credeva prigioniero o morto, e ruggiva. Masaniello corse al balcone e l’aprì. Al vederlo, la moltitudine scoppiò in applausi. >>
Quando ho avuto per la prima volta tra le mani Il Masaniello di Dumas era una calda giornata di inizio agosto.
Marco di Mauro, mio caro amico e persona degna di stima, aveva invitato me e la mia ragazza per un pranzo a casa e, così, tra chiacchiere informali e giochi spassosissimi con il suo adorabile – quanto scatenato!- figlioletto, avevamo “ammazzato” il caldo pomeridiano.
Con Marco, fin da quando ci siamo conosciuti, ho sempre condiviso idee e progetti ed, anzi, a dirla tutta, nei primi anni della nostra amicizia è stato fonte d’ispirazione. Marco è sempre stata una persona libera di spirito e caparbia nell’animo, amante delle materie umanistiche ed esperto conoscitore delle lingue classiche antiche; una di quelle persone che non legge i libri, …“se li divora”!
Nel 2018 Marco, spinto proprio da questa sua fervente passione, ha fondato la casa editrice Bagarì, proponendosi di realizzare un progetto di elevato livello culturale nel rispetto e nella tutela del lavoro di tutti.
Nonostante possa essere definito un topo di biblioteca, egli è anche un artista poliedrico, caratteristica importantissima profusa nella filosofia con cui gestisce la casa editrice.
Amando l’arte quasi quanto ama la letteratura, si è proposto nei libri èditi da Bagarì di inseguire nuove forme di sperimentazione per dare nuova vitalità all’ideale poetico di fusione tra parola e immagine.
Tale premessa è doverosa prima di poter parlare de Il Masaniello.
Questo libro è frutto di un intenso lavoro di filologia di Marco, insieme al suo staff, che, trovatisi tra le mani tale testo inedito come corpus a se stante, ha deciso di dar nuova luce a questo racconto.
Proposta per la prima volta nel 1862 su “L’Indipendente”, giornale fondato nel 1860 da Alexandre Dumas, quest’opera rientrò successivamente a far parte del volume Da Napoli a Roma, filone dei libri da viaggio diffusi nell’Ottocento, per poi scomparire dall’attenzione del pubblico.
È grazie al lavoro di Bagarì Edizioni e della passione che anima i membri della redazione, che, oggi, possiamo riascoltare con le parole di Dumas ciò che avvenne a Napoli nel 1647.
Attraverso le pagine di questo libro, coadiuvata da illustrazioni bellissime a cura di Davide Urgo, la nostra mente viene proiettata indietro nel tempo, in un periodo in cui il governo spagnolo regnava su questa terra e i deboli erano costretti a pagar dazio per scelte che neanche gli appartenevano.
Anche nella nostra storia, è in una calda giornata di estate che Masaniello, umile pescivendolo di statura mediocre e di corporatura smilza, diventò uno dei simboli immortali di questa città eterna.
Nei nove giorni del “suo regno”, tra il 7 e il 16 luglio 1647, Masaniello capeggiò una rivolta cittadina senza precedenti nella storia del Regno Borbonico, diventando in pochi giorni la persona più amata e più temuta della città.
In poco tempo egli fu in grado non solo di farsi portatore delle istanze di un popolo afflitto dalle gabelle, ma, addirittura, riuscì a ribaltare completamente le forze in campo, arrivando a minacciare il viceré Rodrigo Ponce de León duca d’Arcos, nel caso in cui il popolo non avesse visto soddisfatte le sue richieste.
Masaniello tocco le vette più alte di autorità e cadde nei meandri più oscuri della propria mente, fu paladino e martire, liberatore e tiranno…lasciando agli autori successivi il compito di narrare la follia di quel regno svanito tanto velocemente quanto era nato.
CHI E’ BAGARI’
Bagarì è un progetto di sperimentazione editoriale che nasce a Napoli nel gennaio 2019
“La somma filicità sarà somma cagione della infilicità, e la perfezione della sapienza cagion della stoltizia” Leonardo da Vinci
Allo stato della nostra evolutissima cultura contemporanea – così ben descritto più di cinquecento anni fa – noi opponiamo la bagaria. Cos’è? Una parola della parlesia napoletana e indica uno spettacolo non preparato, estemporaneo, che a volte può avere esiti disastrosi, ma che unisce tutte le forme espressive senza pregiudizi, con lo scopo di creare un linguaggio nuovo, più aderente alla vita, più conforme all’armonia che lega tutti gli esseri viventi. Il gruppo editoriale Bagarì nasce nel gennaio 2019 – ma affonda le sue radici nel giugno del 2012 – da un’idea poetica che era allo stesso tempo un’istanza sociale incalzante nelle vite di noi, acerbi scrittori, illustratori, grafici editoriali e pubblicitari, ricercatori in campo filosofico e filologico, artigiani rilegatori e stampatori.
Il fine ultimo, e primario al contempo, era la realizzazione di una società editrice autogestita che creasse prodotti editoriali capaci in qualche maniera, ampliando gli stimoli cognitivi del lettore, di seminare negli individui la curiosità, coltivare il senso critico, dargli spunti per emanciparsi – creandosi da soli un lavoro secondo principi di progresso sociale e culturale, di ambientalismo e spiritualità e non solo quello dell’accumulazione indiscriminata – dalla barbarie della società del lavoro precario e i consumi a tempo indeterminato, dei cervelli che fuggono e i criminali che restano. Una produzione che sostenesse economicamente i giovani professionisti precari napoletani fornendogli contratti vantaggiosi e libertà espressiva, che desse a chi ancora studiava gli strumenti per comprendere davvero il mondo del lavoro culturale – grosso gap formativo delle istituzioni universitarie – e un sostegno alla formazione. Il gruppo editoriale Bagarì è nato come collettivo artistico e politico che poneva in essere la discussione delle dinamiche socio-politiche generatrici del precariato e metteva in atto una forma associativa e lavorativa fondata su principi del tutto nuovi, umanistici, organizzando un sistema autogestito di ● tutela degli artisti sul piano espressivo, contrattuale (anche nei confronti di soggetti esterni al collettivo), economico; ● produzione editoriale non a scopo di lucro (le donazioni ricevute erano a loro volta donate dal collettivo ai realizzatori dei prodotti); ● organizzazione di workshop, laboratori, conferenze, cicli formativi, tutti gratuiti; ● allestimento di mostre, spettacoli, presentazioni, momenti ludici, legati all’uscita dei nostri prodotti.
Il gruppo editoriale Bagarì è stato fondato sul principio dell’interazione creativa ed economica tra gli artisti per garantire tutela sui contratti e un lavoro retribuito, per evitare a giovani napoletani di farsi sfruttare e annichilire sul piano creativo dalla profonda crisi del mercato del lavoro, per portare avanti un’editoria di elevato livello culturale e grande attrattiva di consumo, poiché l’oggetto libro è presentato e distribuito nel quadro di progetti di azione sul territorio – laboratori, officine di produzione, mostre, conferenze, dibattiti, collaborazione con istituzioni, enti e associazioni – mirati a liberare le giovani generazioni dalla frustrazione e l’oppressione del far parte di un paese satellite come l’Italia, finalizzati alla messa in atto di una forma di mercato alternativa. L’editoria è in crisi anche per il trend diffuso di imbastire la strategia di marketing “appoggiandosi” su altri settori il cui bacino d’utenza è più nutrito come il cinema, i videogames e il web entertainment, servendosi di quei software e servizi google attraverso i quali il lettore è spiato e assecondato dall’offerta editoriale nei suoi impulsi edonistici.
L’editoria che vogliamo fare noi vuole assumersi di nuovo il ruolo del diffondere idee di progresso culturale e sociale, di tenere aggiornata la società sulle avanguardie della ricerca mondiale, di fornire alla società democratica gli strumenti perché ci siano sempre opinioni divergenti dalla cultura dominante: quell’indipendenza e intraprendenza, quella temerarietà del rischiare su un autore per ragioni che non siano di marketing, quell’editoria, insomma, che il sistema delle governance e il mercato globalizzato hanno smantellato. Se è vero che la crisi della carta stampata è un dato di fatto, è anche vero che essa ha i suoi autori e i suoi beneficiari: i primi sono i grandi gruppi editoriali i quali, salvo piccole isole felici, si limitano a concepire la propria produzione come materiale di consumo immediato e non come tassello di un percorso critico – e aperto al contributo del lettore – su questioni e tematiche ‘cardine’ dell’identità della casa editrice, che deve inserire le proprie pubblicazioni in un panorama di attività ampio e variegato, dalla creazione – attraverso workshop, laboratori di quartiere, mostre, spettacoli, occasioni ludiche e didattiche – di una comunità interessata ad approfondire il percorso identitario dell’editore e contribuirvi.
Il nostro progetto non può dunque fermarsi ad un solo settore della cultura, Bagarì non vuole costruire la propria identità su un preciso genere letterario, su una precisa area culturale o su un solo settore tematico. La nostra identità ha una vocazione universale per genere, area, settore, ma un unico principio, la sperimentazione. Chi compra un libro di Bagarì entra in una dimensione nuova, inaspettata, già dallo stile grafico e l’impostazione dei contenuti.