PUBBLICATO IL CATALOGO GENERALE DELL’OPERA DI TANO FESTA

PUBBLICATO IL CATALOGO GENERALE DELL’OPERA DI TANO FESTA

Pubblicato sui siti www.tanofesta.it/archivio e www.catalogogeneraletanofesta.it il Catalogo generale dell’opera di Tano Festa (1938-1988), uno dei maggiori esponenti della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo, insieme a Mario Schifano e Franco Angeli, ascrivibile al movimento della Pop Art romana.

L’iniziativa, voluta e curata da Anita Festa, aiuterà il pubblico ad apprezzare la figura di Tano Festa,

artista dalla vita tormentata e  dal temperamento libero e anticonformista che merita di avere quel ruolo di artista geniale della seconda metà del 900, non ancora riconosciuto da tutti.

Questo volume, che il mondo dell’arte aspettava da troppo tempo, (colma infatti una lacuna di oltre trent’anni), intende offrire gli strumenti per riportare il lavoro di Tano Festa alla valutazione che merita; fino a oggi, il solo catalogo monografico, edito dall’allora archivio ufficiale autorizzato dalle Eredi Festa, risale all’ottobre del 1997 e risulta molto parziale, riproducendo, per lo più in bianco e nero, le immagini relative a sole 542 opere.

“È da decenni – ricorda Anita Festa -, più che mai negli ultimi anni, che io, figlia primogenita di Tano Festa, desidero ardentemente, così come lo desiderava mio padre in vita, che esista finalmente un catalogo degno di nota che lo rappresenti come merita e che illustri realmente il suo lavoro nella maniera più completa, ma soprattutto più veritiera possibile. Un catalogo scientificamente attendibile, che riporti ordine e verità in relazione agli anni di esecuzione, alle tecniche realmente utilizzate, ai titoli davvero assegnati dall’artista alle sue opere, il quale spesso non le titolava affatto”.

Il catalogo di Tano Festa rappresenta uno strumento di grande utilità e importanza per gli storici e i critici d’arte, sempre interessati a scoprire studi cosi puntuali e pertinenti sull’artista, per quegli studenti che vogliono avvicinarsi al suo lavoro, e per collezionisti o solo appassionati d’arte che desiderano conoscere e approfondire la storia e la cifra stilistica del maestro.

La scelta d’indirizzarsi verso una pubblicazione digitale garantirà una rapida diffusione della conoscenza di Tano Festa, sia in ambito nazionale che internazionale e offrirà la possibilità di rapidi aggiornamenti, laddove ve ne sarà necessità.

Il catalogo copre l’intera carriera di Tano Festa, presentando 1.736 opere, realizzate dal 1957 fino al 1987.

Tutte le opere sono organizzate in ordine cronologico, in una sequenza ragionata, con didascalie finora inedite, dove sono riportati i dati tecnici, ma soprattutto dove le tecniche pittoriche sono state redatte in una nuova forma più accurata, precisa, aderente ai materiali realmente utilizzati.

Nell’immediato futuro, è già in programma la traduzione in lingua inglese, la pubblicazione di un’antologia critica selezionata e gli apparati bibliografici sulle opere.

Tano Festa (1938-1988). Note biografiche

Gaetano Festa nasce a Roma il 2 novembre 1938.

Frequenta l’Istituto d’Arte, diplomandosi nel corso di Fotografia Artistica nel 1957. Non passerà molto tempo che già nel 1960 è alle prese con la sua prima mostra, una collettiva alla Galleria “La Salita” di Gian Tomaso Liverani a Roma. Sebbene la data ufficiale del suo esordio sia proprio questa, in realtà il primo ad esporre una sua opera fu Sante Monachesi nella propria Galleria “Porto Novo” in via del Babuino.

In quegli anni gli incontri significativi erano già avvenuti: Festa era amico di Franco Angeli sin dalla fine degli anni ’50, mentre il fratello di Festa, Francesco Lo Savio, era amico di Mario Schifano. Proprio in quell’anno, nel 1960, la Galleria “Odyssia” organizzò con Francesco Arcangeli, Marco Valsecchi e Giulio Carlo Argan una mostra della “New Generation in Italian Art” a New York. Fra i molti artisti presenti in quella mostra americana Bendini, Dorazio, Guerreschi, Perilli, Pomodoro, Scanavino e altri ancora. Solo un paio di anni prima, nel 1958, Milano aveva ospitato la “Nuova pittura americana” al Padiglione d’Arte Contemporanea.

Erano gli esordi di anni “effervescenti”, anni nei quali Roma sembrò essere la città che, meglio delle altre, seppe interagire con i nuovi afflati artistici internazionali, in particolar modo con gli Stati Uniti. La cosiddetta “Scuola di Piazza del Popolo” prima di ottenere tale nome con diritto dovette attendere il 1963, anno in cui la Galleria “La Tartaruga” si trasferì nella piazza suddetta, divenendo il centro di coagulo delle effervescenze romane. In quella occasione il gallerista Plinio De Martiis organizzò una mostra che vide allineati alle pareti del nuovo spazio espositivo Angeli, Bignardi, Festa, Fioroni, Kounellis, Mambor, Mauri, Novelli, Perilli, Rotella, Saul, Tacchi e Twombly: il titolo dell’esposizione era “13 artisti a Roma”. è il periodo degli “oggetti” di Festa, della costruzione, meglio, dell’utilizzo degli oggetti estrapolati dal contesto usuale.

Nel 1966 Milano dedicò una rilevante mostra al cinquantenario del Dadaismo (1916-1966). È importante ricordare che Festa fu tra i giovani pittori invitati e che il contatto visivo con Arp e Man Ray fu di certo di grande impatto. Nel 1966 Festa era già noto, aveva partecipato alla Biennale del 1964, era stato presente anche alla Quadriennale del 1965, ma non si era certo chiuso in questi confini. Nel ’60 era già stato a Chicago, nel ’67 a New York e nel ’65 il suo legame con Parigi, grazie anche a Pierre Restany, si consolidò ulteriormente. Un legame, quello con la Francia, che si interruppe bruscamente nel 1962, quando, seppur vincitore di una borsa di studio del Ministero della Pubblica Istruzione, rimase nella capitale francese solo per un mese circa. Nel 1970 si sposa con Emilia Emo Capodilista, dalla quale avrà due figlie: Anita e Almorina. Il matrimonio finirà dopo tre anni di unione. Gli inizi degli anni ’70 lo vedranno tramutare i suoi “oggetti” in dipinti di oggetti. Ma anche questo percorso verrà in breve tempo consumato. Tano Festa scoprì molto presto altre tecniche e altri “inganni”. Tra le prime cose che Festa realizza a riporto fotografico vi è una serie di piazze riprese da foto degli Alinari; seguiranno le riproduzioni di quadri del passato, sino ad arrivare alla “periodicizzazione” di frammenti della Cappella Sistina. Il riporto fotografico era realizzato in collaborazione con lo Studio di Mimmo Capone. Festa parteciperà a due mostre importanti: “Vitalità del negativo” (sintesi dell’arte italiana dal ’60 al ’70) e “Contemporanea” (panorama storico internazionale dal ’55 al ’73), curate da Achille Bonito Oliva.

Dal 1978 in poi su Tano Festa scende il silenzio. Seppur presente nelle Biennali e negli appuntamenti più importanti, Festa viene quasi dimenticato. L’impegno costante nel suo lavoro lo portò a elaborare nuovi temi, nuovi linguaggi. Così, a metà degli anni ’70, arriverà ai famosi “Coriandoli”, che rappresenteranno una sorta di abbandono del passato. Con queste opere Festa dà una svolta alla sua poetica, in qualche modo rompe con le precedenti immagini per risvegliare una creazione visionaria alquanto ricca e vitale. Una pittura, quella di Tano Festa degli anni ’80, che aveva ridestato l’attenzione su di lui. Una magia interrottasi il 9 gennaio del 1988.

A.Cascone