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l 29 marzo 2017 segna una data storica per l’Europa: il Regno Unito attiva ufficialmente l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona, avviando il processo di uscita dall’Unione Europea. L’allora primo ministro britannico Theresa May inviò una lettera formale al presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk, sancendo l’inizio di una delle transizioni politiche ed economiche più complesse della storia recente.
La decisione di lasciare l’Unione Europea era stata presa con il referendum del 23 giugno 2016, nel quale il 51,9% degli elettori britannici votò a favore dell’uscita, mentre il 48,1% scelse di rimanere. Il risultato del referendum provocò forti divisioni all’interno del Paese e portò alle dimissioni dell’allora primo ministro David Cameron, che aveva sostenuto la permanenza nell’UE. Theresa May, subentrata alla guida del governo, si assunse il compito di negoziare l’uscita, dichiarando che “Brexit significa Brexit“.
Con l’attivazione dell’Articolo 50, il Regno Unito e l’Unione Europea avevano formalmente due anni di tempo per negoziare i termini del divorzio. Tuttavia, i negoziati si rivelarono molto più difficili del previsto, tra discussioni su temi fondamentali come il diritto dei cittadini europei nel Regno Unito, il confine tra Irlanda e Irlanda del Nord, gli accordi commerciali e il contributo finanziario britannico all’UE.
Il processo di uscita, inizialmente previsto per il 29 marzo 2019, subì diversi rinvii a causa delle difficoltà nel trovare un accordo condiviso tra Londra e Bruxelles. La Camera dei Comuni respinse più volte l’accordo proposto dal governo May, portando alle sue dimissioni nel luglio 2019. A sostituirla fu Boris Johnson, che promise di portare a termine la Brexit “a qualunque costo”.
Dopo ulteriori negoziati e nuove elezioni, il Regno Unito uscì ufficialmente dall’Unione Europea il 31 gennaio 2020, segnando la fine di un’era durata 47 anni. Tuttavia, il periodo di transizione si concluse solo il 31 dicembre 2020, con l’entrata in vigore di nuovi accordi commerciali e doganali.
La Brexit ha avuto profonde implicazioni economiche, politiche e sociali per il Regno Unito e per l’UE. Tra gli effetti più rilevanti:
- Cambiamenti negli scambi commerciali, con nuove regole e tariffe per le aziende britanniche ed europee.
- Restrizioni sulla libera circolazione, con nuove regolamentazioni per i cittadini UE che vogliono vivere o lavorare nel Regno Unito e viceversa.
Tensioni in Irlanda del Nord, dove la questione del confine con l’Irlanda ha portato alla creazione del Protocollo dell’Irlanda del Nord, un punto di forte dibattito politico.
A distanza di anni dall’attivazione dell’Articolo 50, il Regno Unito continua ad affrontare sfide legate alla Brexit, mentre l’Europa si adatta alla nuova realtà di un’Unione senza Londra. Il 29 marzo 2017 resta una data simbolica, che ha segnato l’inizio di un cambiamento storico ancora in evoluzione.