l comitato spontaneo “Uniti per Chicca”, nato a Salerno con l’obiettivo di chiedere giustizia per una cagnolina massacrata lo scorso febbraio in un quartiere periferico della città, raccoglie la segnalazione di una signora salernitana che, la vigilia di Ferragosto, si è trovata impotente spettatrice di un episodio di accattonaggio con animali a Benevento. Davanti all’ingresso principale dell’ospedale Fatebenefratelli, infatti, con il caldo torrido che ha caratterizzato anche il 14 agosto, una rom chiedeva insistentemente l’elemosina con accanto, legata con un guinzaglio a catena, una cagnetta in evidente stato di gravidanza, allo scopo di impietosire i passanti. Non erano presenti ciotole né di cibo, né di acqua.
Quando le è stato chiesto di cederla, la questuante ha risposto negativamente, in quanto la cagnolina “doveva partorire perché a lei servivano i cuccioli per lavorare”. La signora non ha potuto insistere ulteriormente perché si stava recando da un parente ricoverato d’urgenza al Pronto Soccorso; una volta uscita, poi, non l’ha più trovata. Tornata a Salerno, il giorno dopo ha allertato i volontari della Lega per la Difesa del Cane di San Giorgio del Sannio, che si sono immediatamente recati nei pressi del nosocomio ritrovando la stessa rom, senza la cagnetta gravida ma in compagnia di un altro cane, anche stavolta di sesso femminile.
Benevento è provvista di un Regolamento Comunale per la Tutela ed il Benessere degli Animali, approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale a febbraio 2015, che tra le altre cose vieta di utilizzarli per l’accattonaggio. Al di là di questo specifico articolo, però, c’è una normativa nazionale e regionale che prevede che tutti i cani di proprietà siano dotati del microchip. In mancanza dell’iscrizione in anagrafe canina, infatti, l’animale dovrebbe essere sequestrato, sottoposto a visite da parte dei Veterinari dell’ASL ed affidato alle strutture competenti.
I rappresentanti del comitato spontaneo “Uniti per Chicca” si rivolgono al Sindaco, alla Polizia Municipale, all’ASL ed ai volontari beneventani, perché non è ammissibile che in pieno centro, davanti ad un ospedale, vengano commessi questi scempi. Chi controlla il rispetto del regolamento che vieta la pratica dell’accattonaggio? Chi verifica che i cani dei mendicanti abbiano il microchip e vigila sul loro stato di salute?
Questo è solo l’ultimo episodio di un problema più ampio e che certo non interessa solo la realtà beneventana. Spesso, come in questo caso, i cani femmina vengono usati come “macchine da riproduzione” e lasciate sfornare cuccioli un calore dopo l’altro. I piccoli, invece, vengono portati in giro affinché possano creare in chi li vede la giusta compassione; una volta adulti, però, nella migliore delle ipotesi verranno abbandonati. Se si assiste ad episodi di accattonaggio con animali bisogna avvertire immediatamente le autorità competenti; donando loro anche solo pochi spiccioli, infatti, non si farà altro che alimentare questo traffico illecito.