La febbre del gioco continua a crescere intorno a noi, anche in una fase di recessione. Anzi, proprio la crisi economica e la precarietà lavorativa, pur avendo messo in ginocchio molte famiglie, sembra aver accentuato la passione di tanti nostri compaesani per il brivido dell’azzardo che, sognando il «colpaccio» che ponga fine a tutti gli affanni di bilancio familiare, arrivano a spendere migliaia di euro l’anno, spesso senza nemmeno accorgersene: Non di rado arrivano a indebitarsi, per non frenare l’impulso di giocarsi fino all’ultimo euro, in particolare alle slot machine sempre più presenti nei bar e nelle sale giochi. Tutto ciò grazie a uno Stato che pur di far cassa ha fortemente incrementato il gioco d’azzardo infischiandosene degli enormi danni sociali.