A poco più di 500 metri sul livello del mare, Monteforte Irpino, con il suggestivo ed omonimo valico, severissimo banco di prova per i corridori ciclisti, costituisce la vera porta d’Irpinia con gli ideali battenti, aperti verso la pianura nolana, catalizzando la direttrice della via Regia, che nel ‘700 fu largamente migliorata nella funzionalità nell’ambito del vasto programma delle opere pubbliche, fatto realizzare nel RegnodiNapoli da Carlo III.
Un assetto di viabilità, ulteriormente incrementato dalla successiva connessione con le “varianti” della strada statale della 7-bis e, più ancora, in ragione del più recente potenziamento, determinato dall’asse autostradale della Napoli-Bari, a cui afferisce il casello di Avellino, lacittà– capoluogodiprovincia, concui Monteforte è ormai del tutto integrato.
E’ una pulsante realtà di vita sociale e produttiva, quella montefortese, contrassegnata dalle attrattive delle tradizionali eccellenze enogastronomiche e interessata -nel decorso decennio- da un’importante crescita demografica, con una popolazione che ormai sfiora i 15 mila abitanti; una realtà, a cui fa da sfondo un significativo e lussureggiante patrimonio non solo di carattere naturalistico e paesaggistico, ma anche di sicuro interesse artistico ed architettonico, collegato in particolare con l’edilizia sacra. E’ il patrimonio, la cui testimonianza più cospicua è rappresentata dai ruderi …parlanti dell’ arcigno ed imponente Castello, la cui storia s’intreccia con le vicende di Guido di Montfort e con quelle dei Castelli di Atripalda e Nola, rapportandosi ai fasti del potentato degli Orsini nel sistema feudale dell’Italiameridionale.
“ i Segni, i Luoghi, le memorie del Montis Fortis” è il saggio, scritto da Carmine Santulli, in collaborazione con Giovanna Della Bella e Antonio Ercolino e con nota introduttiva di Francesco Barra, docente di Storia moderna e contemporanea dell’Università di Salerno. E’ un agile volume, che…racconta Monteforte, le vicende della Baronia, di cui è stato cardine, le arti e i mestieri praticate nei secoli dalla comunità cittadina, con ampi squarci che ne attestano la tradizione di solidarietà ed ospitalità, di cui è eloquente espressione l’Ospedale San Giacomo, luogo di cura ed assistenza, la cui fondazione risale al 1200. Il testo di Carmine Santulli ècorredato da un interessante apparato fotografico, che permette di rivisitare il territorio e conoscere la fitta trama di relazioni, che nel corso del tempo si è intessuta tra Monteforte e i contesti comunali viciniori, dell’Area vasta di Avellino, così com’è prefigurata dal Piano territoriale di coordinamento provinciale, oltre che del Vallo di Lauro, Mugnano del Cardinale, Baiano e Avella.
Il libro sarà presentato domenica prossima- alle ore 10,30- nei locali del Circolo “L’Incontro”. Interverranno l’autore e i curatori. Le voci narranti saranno di Paola Miele, Diana Picciocchi, Pasquale Gaglione e Michele Salapete, con la coordinazione di Gianni Amodeo.