Lettura, scrittura, pittura e sport sono da sempre stati i miei compagni di viaggio. Sin dagli anni 1950. Ma se lo sport (attivo) ha avuto parte preponderante nell’adolescenza e oltre, le altre mie passioni si sono alternate, sovrapposte e ‘riposate’ per più di mezzo secolo. Con l’arte, in particolare, ho avuto una lunghissima storia d’amore, inclusi periodi di ‘riflessione’, come l’attuale, attività frenetica e rallentamenti. La mia ‘filosofia’ artistica, nonostante divagazioni e ripensamenti, rimane l’universo della quotidianetà, la realtà dell’ordinario, elaborati dalle mie sensazioni, trasfigurati dalle mie impressioni. Il bello, l’umile, sono quasi sempre nascosti, fanno fatica (ma non
ne hanno neanche voglia) ad apparire sul palcoscenico. Conferirgli la dignità che a loro spetta, semmai colorandoli più del dovuto, rimane per me un’operazione intellettuale più che artistica. E ciò a dispetto dell’omologazione imperante nel mondo dell’arte. “Primavera-Estate” (acrilico su tela, 50×70) ne è un’esempio. Lavoro del 2010, appartiene ad un periodo di ‘impressioni realistiche’ urbane. Una vetrina di un negozio salernitano senza eccessive velleità attrattive né di moda ‘glamour’. Non che qualche altro negozio di lusso sia soggetto meno artisticamente adeguato; ma tant’è, una vetrina di lusso attrae già di per sé. La mia attuale ‘pausa di riflessione’, credo, non approderà a nuove ‘ricerche’, o a espressioni artistiche d’altre nature. E’ possibile, invece, che maturerò altre sensibilità per tradurre e rappresentare quella (la natura) che già c’è e che spesso è imbronciata con noi.