Questo moltiplicarsi di aperture di forni crematori e tentativi di aprirne altri, in Campania, l’ultimo ad Avella, obbliga a una serie e profonda riflessione. In un tempo in cui tantissimi politici si riempiono la bocca con il termine “green” e magari solamente in vista di fiumi di denaro, l’apertura di nuovi forni crematori, appare chiaramente una grande contraddizione. Molti politici programmano a tavolino e spesse volte non hanno o non vogliono avere il polso della situazione ambientale. Parlano di “green” e non sanno che i forni sono altamente inquinanti. Il cadavere di una persona, se viene bruciato sprigiona nell’aria inquinanti atmosferici in un territorio, la bassa Irpinia contiguo e non immune da patologie ai paesi martoriati del triangolo della morte che deve già fare i conti con l’ inquinamento dell’aria, dell’ acqua e del terreno per altre cause.
L’ altro elemento che colgo in questa problematica è senz’ altro l’ insinuarsi della criminalità organizzata in questo settore che sta avendo uno sviluppo enorme. Anche in questo, attraverso teste di legno, appalti pilotati, contiguità, non si lascia sfuggire l’ occasione per fare ricavi. La camorra guarda continuamente a quei settori che possono consentire guadagni e ricavi. Alla camorra non interessa la difesa l’ambiente, anzi in Campania si è resa protagonista di inquinamenti che sono la causa di un aumento preoccupante di tumori. Se ai camorristi non interessa la salute dei persone, ai politici, però, avere cura e preoccuparsi della salute dei cittadini costituisce il primo loro dovere.
Don Aniello Manganiello