Avella, dura critica all’amministrazione comunale: “Quattro anni di inefficienza e degrado”

Avella, dura critica allamministrazione comunale: Quattro anni di inefficienza e degrado

(Riceviamo e Pubblichiamo) L’amministrazione comunale di Avella in quattro anni si è distinta per un totale disinteresse e inefficienza, ad oggi presenta un bilancio sicuramente fallimentare. Il programma elettorale che doveva rappresentare il seguito dei proficui cinque anni precedenti è rimasto letteralmente disatteso, fatta eccezione di qualche cocktail sorseggiato al “Parco San Pietro “opera della passata gestione e della “Pineta in località Fusaro” grazie all’impegno anche economico di un
giovane di Avella. Per l’ex Mulino da trasformarsi in Bed & Breakfast, che doveva essere sorseggiato in gennaio, si rimane in attesa di qualche altro investitore. Il paese è in uno stato di totale degrado e abbandono, neanche l’ordinaria amministrazione (strade dissestate e pericolose, periferie abbandonate ai rifiuti) nonostante i cittadini versano le tasse/imposte comunali tra le più salate della Regione Campania (IMU all’aliquota massima, TARI idem, che ora colpisce anche le case cadenti del Centro Storico senza alcuna condizione di abitabilità nonché vecchi casolari di campagna). Stendiamo un velo pietoso sulle opere pubbliche, molte delle quali già programmate ed iniziate dalla passata gestione e delle quali ancora non c’è traccia di  completamento (rinnovamento reti idriche e fognarie, Piazza Convento, completamento ex casa comunale e mi fermo, andate a rileggere il programma elettorale e verificate quante di quelle opere dopo QUATTRO ANNI sono state realizzate). Il capo della amministrazione comunale sostiene in un articolo sul Corriere del 4 gennaio 2025 di non essere in affanno, solo che gli assessori vanno e vengono a proprio piacimento, e poi, sostenere che la maggioranza si è addirittura rafforzata accettando un cambio di casacca o salto della quaglia dir si voglia è quanto meno mortificante per i cittadini che vedono svenduto il proprio voto, nella considerazione personale di un rafforzamento meramente numerico che rinsalda solo la poltrona ma che ne consegue una sconfitta delle regole democratiche.
Il paese è latentemente sofferente, tutto sembra essersi fermato al 2021 se guardiamo indietro, e se guardiamo avanti vediamo il nulla.
Nelle gestioni precedente (1988 e 1992) l’attuale sindaco era stato mandato a casa due volte prima dalla scadenza del mandato, oggi pensa avendo rinsaldata la poltrona di arrivare con il probabile slittamento del voto amministrativo fino al 2027. Noi pensiamo che sarebbe un atto di coraggio nel chiudere anticipatamente l’esperienza amministrativa, non farebbe perdere altro tempo al paese.

Franco Caruso