SI tirano le somme e i riscontri sono più che eloquenti, premiando a pieni voti l’impegno profuso, per un eccellente lavoro di programmazione e attuazione.
I “numeri” dei tre giorni, dedicati alla Sagra della castagna e della nocciola– approdata al terzo anno consecutivo ed organizzata dall’associazione I rami del melo– sono davvero positivi. E confermano la bontà del progetto, sia sul versante del modello promozionale che su quello della qualità, per un bilancio complessivo, che non solo valorizza l’immagine generale di Abella\Avella, ma attesta anche un significativo ritorno economico per fornitori e addetti.
Oltre cinque mila le presenze, che hanno animato e vissuto la kermesse, per non dire del…”contorno” dei circa settanta camper, restati in sosta lungo via San Paolino e della decina di pullman, che hanno favorito l’afflusso di visitatori – per lo più provenienti dall’area metropolitana di Napoli– nella città, fondata dagli Osci; un afflusso di bella e gradevole animazione, che è andato al di là delle stesse aspettative più ottimistiche dell’associazione organizzatrice della Sagra.
Formula vincente della kermesse, la combinazione tra archeologia ed enogastronomia. E per l’arte culinaria con i gazebo e tavoli allestiti in piazza Municipio, i promotori dell’iniziativa hanno puntato sulle valorizzazione delle tipicità locali, con pietanze confezionate all’insegna della qualità. Un menù, che sollecitava il solo …imbarazzo della scelta per i gusti per pietanze, preparate con cura e servite al meglio, dalle linguine con noci ed alici alle penne con funghi porcini, dai rigatoni con sugo di carne di cinghiale al panino con salsiccia e friarielli, dall’eccellente torrone nostrano con nocciola al prelibato castagnaccio, per finire alla variegata gamma di noci e nocciole crude e tostate. E … il codice genetico della corilicoltura ha la sua matrice in terra avellana. E’ il…codice della Nux abellana, dei cui eccellenti valori nutritivi…qualche millennio fa, i primi scopritori furono gli agricoltori dei territori nostrani, ponendo a coltura i suoli di pianura e di collina a mezza costa.
Naturalmente, a rendere di gradimento maggiore e migliore possibile, la Sagra c’era l’accompagnamento di abbondante e buon Aglianico, oltre che boccali di spumeggiante birra alla spina, rossa e bionda. E musica d’intrattenimento.
Con l’onore reso all’enogastronomia, grazie anche alla mitezza climatica di questi giorni, il clou della manifestazione si è dispiegato nelle visite ai siti d’interesse storico-archeologico, che connotano Abella\Avella. A catalizzare l’interesse maggiore dei visitatori, l’area delle imponenti e suggestive Tombe romane, il magnifico Antiquarium, tra i meglio strutturati e più rinomati nel panorama regionale della Campania, con le sue interessanti sezioni, calibrate sulla civiltà osco-sannita e su quella romano-latina, con gli addentellati sull’età longobarda e normanna. Noblesse oblige, il premio per il numero… delle visite- oltre due mila- è stato riservato al monumentale Anfiteatro.
Un successo sotto tutti i profili, viatico di …ritorno in città per tanti visitatori. Un successo, di cui una “parte speciale” spetta ai volontari del gruppo archeologico “Maiuri” e a quell’arguto affabulatore qual è Nicola Montanile, il decano delle guide locali, attivamente impegnati nell’illustrare la storia della città e del suo patrimonio archeologico ai tanti partecipanti alla kermesse. Un appuntamento di grande richiamo, reso possibile dalla proficua collaborazione della civica amministrazione, guidata dal sindaco Domenico Biancardi, soprattutto nell’accelerazione delle procedure d’autorizzazione per la manifestazione, garantendone la sicurezza. Un ruolo d’apertura, che l’Ente di piazza Municipio assolve senza alcuna rèmora o riserva verso l’articolato “pianeta” delle associazioni cittadine.