L’estate avellana quest’anno è davvero infuocata, sui social si è scatenata una guerra senza precedenti tra le forze politiche di maggioranza e minoranza, fatta di accuse al limite del buon senso e dell’educazione. I protagonisti di questa vicenda il sindaco Domenico Biancardi, il capogruppo dell’opposizione Chiara Cacace con i rispettivi sostenitori dell’uno e dell’altra parte. Punto della discussione la Fondazione Avella città D’Arte e il suo massimo esponente Antonio Larizza. Un susseguirsi di accuse e contrattacchi che quasi mettono in ridicolo un intero paese. Sul punto è intervenuto Antonio Vecchione, Baianese doc e in prima linea nel suo paese e nel mandamento per la promozione e salvaguardia della storia locale e rilancio culturale dell’intera area. Ecco cosa ci ha scritto:
“La valorizzazione della storia, dei monumenti, dei tesori d’arte, in una parola, di Avella, è stato, a mia memoria, l’argomento centrale di ogni confronto culturale e politico per almeno un cinquantennio. Uno scenario nel quale tutti sognavano uno sviluppo turistico per le fortune e il futuro dei nostri giovani, ma che si rivelava più un inutile disquisire che un progetto da tradurre in fatti. Poi finalmente il successo è arrivato, quasi inatteso, ma concreto e luminoso. Avella ha vissuto negli ultimi 4/5 anni una stagione straordinaria. La sua fama di “città d’arte” si è diffusa velocemente e ormai, a pieno merito, è inserita nei circuiti turistici regionali. Occorre darne atto al sindaco Domenico Biancardi e alla sua efficace azione amministrativa e, non a caso, le ultime elezioni sono state da lui stravinte. Il successo, dunque, è indiscutibile, ma è necessario un sano realismo: questa è soltanto la prima tappa di un percorso ancora lungo, che investe non soltanto Avella, ma l’intero territorio. Siamo in mezzo al guado e mai come in questo momento, Biancardi ha un’enorme responsabilità: deve dimostrare di essere un politico di razza, avveduto e lungimirante, un vero leader riconosciuto dal mandamento intero, un passo davanti agli altri, con un progetto chiaro e lungimirante, di saper pensare in grande, volando alto, oltre gli angusti confini della piazza di Avella. Le sfide che deve affrontare il sindaco sono molte e ambiziose, e passano, a mio avviso, attraverso una visione comune di tutto il nostro territorio, condizione necessaria per poterlo sviluppare e rilanciare.
Il primo impegno che dovrebbe assumersi è la Fusione dei comuni. Unire le sei municipalità è, per chi persegue il nostro bene, un obbligo morale e materiale. Biancardi, da sindaco del comune più importante e da presidente della Comunità Montana, deve mettere in campo la sua autorevolezza per convincere i suoi colleghi e porre fine agli stucchevoli riti di una Unione dei comuni costituita senza entusiasmo e senza convinzione. Secondo impegno è la valorizzazione del nostro inserimento nel Parco del Partenio. Lo sviluppo turistico non può essere legato soltanto alla storia e ai monumenti, ma anche alle nostre bellezze naturali e paesaggistiche. Il terzo impegno è creare una sinergia tra i sei comuni per promuovere, incentivare e organizzare una serie di servizi di supporto al turismo. Il turismo non è fatto soltanto di visite e spettacoli, ma è anche una ricerca di prodotti originali della nostra cultura agricola, artigianale e culinaria. Iniziative personali in tale direzione sono già nate, ma la politica dovrebbe creare le condizioni per facilitarne lo sviluppo. Un protagonista della qualità e del livello del confronto politico e democratico: questo il ruolo che io immagino per Biancardi. Da qui la delusione quando leggo su fbk scadenti dibattiti che non fanno onore né a lui né alla comunità. E mi riferisco allo scontro tra Chiara Cacace, consigliere di opposizione, e Antonio Larizza, presidente della Fondazione. Alle critiche di Cacace alle attività della Fondazione (espresse con toni rispettosi, perfino con riconoscimenti dei meriti), Larizza ha risposto con un giudizio incredibile, che mette in discussione il concetto stesso di democrazia: “Sinceramente dopo le recenti elezioni avrei sentito il dovere morale di rassegnare le mie dimissioni se avessi ottenuto il risultato della collega Cacace che trova scandaloso solamente l’operato della Fondazione”.
Un candidato che coraggiosamente ha affrontato una contesa elettorale (senza speranza di vittoria) e che “doverosamente” siede in Consiglio con dignità e, per il suo ruolo di minoranza, lavora e si impegna per il controllo degli atti, non può essere offeso dicendo: sei stata sconfitta e hai il “dovere morale di dimetterti”. E’ offesa non soltanto a Chiara Cacace, ma alla democrazia. Il sindaco avrebbe dovuto, come garante delle regole democratiche e di tutti i cittadini avellani, offrire subito solidarietà ma non a Larizza, come ha fatto, ma a Chiara Cacace. Io mi sarei aspettato una severa critica a Larizza. Questo essere sempre partigiani, questo “deridere” i perdenti, è un comportamento (dei tanti laudatores pronti a manifestare la loro appartenenza a prescindere) che lascia trasparire una strisciante presunzione, inaccettabile per chi dovrebbe avere a cuore la pace sociale. Queste le mie opinioni, che mi permetto di esprimere nella mia qualità di semplice cittadino responsabile, che non si tira indietro nel partecipare e prendere posizione e contribuire, in siffatto modo, ad alimentare un dibattito spero positivo per la crescita sociale e democratico.” (Antonio Vecchione)