Un emigrante che visitasse Avella in questi giorni, resterebbe stupefatto dello spettacolo che offre la nostra comunità. Che momento felice! Che stagione fortunata! Ad Avella è tornata la serenità, l’ottimismo, la prosperità, la fiducia nel futuro. Si vive un clima meraviglioso, ideale. Tutti sono gentili, disponibili, rispettosi degli altri, premurosi, educati. Non c’è più uno sgarbo, una cattiveria, un atto di prepotenza. È bandita l’insolenza, l’arroganza. Sono scomparse le facce tristi: tutti sorridono. E’ tutto un susseguirsi di: “ma ti prego, dopo di te”, “fai con comodo”, “che cosa ti serve”, “posso aiutarti”, “di che cosa hai bisogno?” “a disposizione”. L’orizzonte è azzurro come non mai e la crisi, i sacrifici, le privazioni, le preoccupazioni sono ormai alle spalle. C’è voglia di cantare “L’anno che verrà” di Lucio Dalla, straordinario poeta – cantautore: “…sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce anche gli uccelli faranno ritorno. Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno, anche i muti potranno parlare mentre i sordi già lo fanno. E si farà l’amore ognuno come gli va, e senza grandi disturbi qualcuno sparirà, saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età. Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico e come sono contento di essere qui in questo momento,…” . Il nostro emigrante, incredulo, si chiederebbe: “che meraviglia questa aria nuova che si respira, fatta di certezze, di conquiste memorabili, di nuova civiltà. Ma come avete fatto a realizzare questo miracolo in così breve tempo?” Noi tutti cittadini di Avella, concordi, uniti e orgogliosi dei risultati, gli daremmo una corale ed entusiasta risposta: “è la campagna elettorale, bello mio”. La campagna elettorale è una manna dal cielo. La campagna elettorale è la lampada di Aladino, la bacchetta magica di Mago Merlino, la pietra filosofale che trasforma gli escrementi in oro. La campagna elettorale è la risposta alle nostre crisi esistenziali, la soluzione dei nostri tormenti. Tutto diventa semplice, le incertezze, i dubbi, le difficoltà, si sciolgono come neve al sole. Gli anziani e le categorie deboli? Super protetti e assistiti. I giovani e le associazioni? Possono dormire sonni tranquilli. Problemi di occupazione? Risolti. La viabilità? Ingorghi e file ridotti a zero. L’illuminazione? Sarà mezzogiorno a tutte le ore. Innovazione e nuove tecnologie? Siamo i campioni. Ambiente ed ecologia? La nostra anima è colorata di verde. I servizi comunali? Perfetti. I dipendenti? Coi guanti bianchi. La cultura? E’ in cima ai nostri pensieri. Agricoltura, industria e artigianato? E’ pronto il piano per il loro sviluppo. La sicurezza? Garantita. I parcheggi? Gratuiti e in tutti i quartieri. Le tasse? Diminuite. La trasparenza amministrativa? Abiteremo una casa di vetro. Il coinvolgimento dei cittadini? Un’assemblea a settimana. Le decisioni? Pubbliche e condivise.
La campagna elettorale è un evento soprannaturale, con poteri taumaturgici, prodigiosa, magica, capace di incantare e trasformare, come in una favola disneyana. Ed ecco che le larve diventano bellissime farfalle colorate, i rospi dei principi azzurri, le zucche scienziati universali, gli asini nobili destrieri; le uova di mostri si dischiudono per generare avvenenti personaggi, e, alla fine, i malvagi escono sconfitti: finalmente il Bene trionfa.
Applausi e grida di gioia.
Quante sofferenze abbiamo patito prima che arrivassero questi nostri eroi, prima che questi timidi e remissivi Clark Kent si trasformassero in Superman.
Un’atmosfera da sogno dalla quale nessuno si vuole svegliare. Uscire da questo dolce assopimento, nel quale tutti appaiono buoni e virtuosi, sarebbe un doloroso ed inaccettabile trauma. Per questo, tutti insieme, abbiamo preso una coraggiosa decisione: noi cittadini di Avella ci rifiutiamo di andare a votare. La campagna elettorale non deve mai finire. Eterna la vogliamo e vi invitiamo a prolungarla all’infinito. Continuate ad interpretare questa vostra parte in commedia a beneficio di noi cittadini – spettatori, che, trasformati a nostra volta in consumati attori, partecipiamo a questa riedizione del Truman show. Non vogliamo e non dobbiamo porre fine a questo incantesimo. Non vogliamo risvegliarci in uno scenario con i mali antichi, con le miserie del dopo elezioni, con il ritrovarsi in una triste realtà, con la visione delle facce restituite alle loro sconfortate e avvilite espressioni, con il riemergere delle umane debolezze, dei tranelli, dei tradimenti, delle smodate ambizioni, delle ipocrisie, della grassa ignoranza.
Fate questo per noi: e avrete fatto la vostra migliore azione.