La vittoria ha mille padri, la sconfitta uno solo. Winston Churchill. Investire nelle infrastrutture per una mobilità collettiva e sostenibile in grado di rilanciare il Mezzogiorno e produrre, quindi, anche tantissimi benefici all’economia italiana; difatti riducendo le distanze territoriali, le disuguaglianze sociali e implementando così le risorse utili per finanziare lo stato sociale e o le infrastrutture immateriali! È indispensabile quindi garantire e ampliare gli investimenti in mobilità collettiva, infrastrutture che siano ambientalmente sostenibile e che garantiscano la movimentazione dei manufatti con costi ridotti ed un minor impatto ambientale ma anche la mobilità sociale. Garantire questi investimenti vuol dire tecnologia nel Mezzogiorno italiano, per garantire uno sviluppo sostenibile in grado di colmare il divario territoriale che lo penalizza e creare benefici tangibili per le comunità. Un imperativo, questo, che acquisisce importanza soprattutto alla luce dell’auspicata transizione ecologica nel viaggio.
Da questi assunti abbiamo operato e sistematizzato il dibattito in questi anni intorno alla TEN Na/Ba, la Piattaforma Polo Logistico Valle Ufita, Zes, nel Pnrr sono scelte coerenti, per garantire lavoro ai nostri giovani cervelli, opportunità per competere con altre aree e Paesi, non con la competizione da costi sui salari migliorando e compensando le differenze salariali che altri garantiscono e anche rafforzare i servizi utili alla persona.
Per strutturare questo sistema, però, vanno fatte le infrastrutture e migliorate o completate in breve tempo le esistenti così le condizioni di attrattività del nostro territorio garantiranno un’ampio territorio periferico meridionale, altrimenti tutto rischia di diventare superfluo. Si arriverà ad abbandonare con maggior forza le nostre terre, anche perché i sussidi, com’è già accaduto in passato non fanno restare i giovani, non trattengono le famiglie e neanche i migranti delle strutture Sia o Sprar. La lunga premessa per ribadire l’importanza del tavolo Tecnico convocato dal MIT per il 31 Maggio, dal quale vorremmo che ci sia una chiara e definita presa
di posizione del Governo, della Campania, delle Istituzioni partecipanti di quanto sia utile ed importante la definizione dell’opera complementare alla Stazione Hirpinia in termini di accessibilità e sviluppo di una mobilità sostenibile per le persone e di manufatti, oggi quasi assenti nel Meridione e Aree Interne.
Sulla Mobilità Sostenibile, dobbiamo essere presenti e spingere come territorio, aree periferiche della Campania e dell’Appennino meridionale;
sottolineare sempre l’importanza di uno sviluppo sostenibile della mobilità collettiva legata alla logistica.
La missione del PNRR prevista mira a rendere, entro il 2026, il sistema infrastrutturale più moderno, digitale e sostenibile, in grado di rispondere alla sfida della decarbonizzazione indicata dall’Unione Europea con le strategie connesse allo European Green Deal (in particolare la “strategia per la mobilità intelligente e sostenibile”, pubblicata il 9 Dicembre 2020) e di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite.
L’infrastrutturazione del nostro territorio è elemento portante e cruciale dello sviluppo infraregionale, dalle infrastrutture e dell’innovazione tecnologica, digitale, possiamo determinare lo sviluppo delle aree periferiche interne regionali.
Il progetto l’idea, di piattaforma logistica intermodale, perché l’orografia delle nostre terre determina un rilevante uso del trasporto su gomma, per cui accelerare la trasformazione ecologica della mobilità e garantire il diritto delle persone a spostarsi è fondamentale, di fatto traducendosi in vantaggi importanti per l’economia territoriale permettendo lo spostamento di materiali e prodotti in tempi e costi ridotti.
L’interconnessione tra strade e ferrovie determina che è necessario investire in maniera certa e mirata sulle infrastrutture di trasporto passeggeri nelle aree interne del Sud, interconnettendo mobilità gomma e ferro. L’intermodalità comporta benefici concreti per gli utenti ed è utile alle aziende di trasporto collettivo e di merci, con positivo impatto sull’occupazione, quindi un generale e duraturo benessere utile a ridurre disuguaglianze e divari oggi esistenti.
La necessità e l’urgenza di colmare i divari territoriali e le disuguaglianze sociali sono il fondato per cui spingiamo per le infrastrutture materiali ed immateriali e i fondi UE da PNRR sono da usare! Le aree interne meridionali hanno l’urgenza di investimenti in infrastrutture moderne ed efficienti.
Nonostante il potenziale dell’Irpinia, che ha varie ed articolate filiere produttive esogene ed endogene (vitivinicolo, agroalimentare, trasporto collettivo, automotive, concia…) che esportano fuori regione e Italia, con una nuova vocazione turistica, patiamo una scarsa o assente penetrazione della rete ferroviaria e stradale degna di un paese civile.
In molti casi l’auto privata rappresenta l’unica soluzione di mobilità, il trasporto e mobilità collettiva tra e dei comuni è rarefatta e i collegamenti con il capoluogo di provincia, regione, difficoltà per fare attività burocratiche amministrative, salute, istruzione, socio assistenziale, culturale e istruzione pubblica per collegamenti scarni o inesistenti. Anche per questo nelle aree periferiche delle regioni meridionali, della Campania, viviamo condizioni di disagio che vanno rimosse.
Le infrastrutture viarie fanno la differenza per questo sono urgenti, fondamentali e vanno inserite in finanziamento, quelle ferroviarie nel PNRR e quelle su gomma nei piani FSC o regionali. Un promemoria non esaustivo è completamento Lioni Grottaminarda; adeguamento raccordo Avellino Salerno; completamento Elettrificazione Benevento Avellino Nocera con eliminazione passaggio a livello Atripalda;
sistemazione della rete ferroviaria Benevento valle Caudina; ferrovia Eboli rocchetta Sant’antonio; messa in sicurezza di tutta l’Ofantina; opere di collegamento Valle Ufita e Baronia.