di Gianni Amodeo
Un tributo di unanime e schietto riconoscimento umano e sociale, senza svolazzi d’inutile e banale retorica, nel rivisitare la dimensione più autentica e veritiera possibile di Pietro Foglia, politico e uomo delle istituzioni; dimensione che ha vissuto con calda passione, sicura caratura culturale, e con tanta curiosità e amore di conoscenza, coniugandola con quella dell’attività professionale di ingegnere sia nei Centri di progettazione di aziende aeronautiche internazionali – con importanti e proficue esperienze maturate anche negli States – sia nei ruoli dirigenziali esercitati con rigore e da affidabile civil servant nelle articolazioni territoriali della Cassa del Mezzogiorno, diventata Agensud, segnatamente nella programmazione degli interventi di ricostruzione abitativa e per gli insediamenti produttivi in Irpinia negli anni del dopo-terremoto dell’ 80 . Due dimensioni correlate, in cui era fervidamente calato, vivendole in pieno con intensità d’impegno e studio, per puntare sull’agire efficace e con coerenza di metodo verso gli obiettivi prefigurati.
Un tributo meritato reso a Pietro Foglia, ch’è stato presidente del Consiglio regionale della Campania, per la cerimonia d’intitolazione alla sua memoria della Sala del Consiglio provinciale di Avellino, a palazzo Caracciolo; cerimonia per il cui svolgimento s’è reso necessario l’utilizzo della Sala “Giovanni Grasso” per la grande e commossa partecipazione di familiari, con la moglie Lucia e le figlie Amalia e Antonia, amici, tanti sindaci ed amministratori dei Comuni d’Irpinia e rappresentanze istituzionali, tra cui il presidente del Consiglio regionale, Rosetta D’Amelio, i consiglieri regionali Stefano Caldoro, Maurizio Petracca, Pasquale Sommese e consiglieri provinciali, tra cui Caterina Lengua, Rosanna Repole e Franco Di Cecilia.
La politica dell’ascolto e dell’equilibrio
A introdurre e coordinare la cerimonia, il presidente della provincia, l’avvocato Domenico Biancardi, sindaco di Avella, profondamente legato a Foglia da vincoli di fraterna amicizia e dalla comune visione della politica senza steccati e pregiudizi di appartenenza, ma attenta alla soluzione dei problemi reali delle comunità e dei territori; politica che si fa riferimento sociale, vivendo di capacità di ascolto e d’interpretazione di bisogni reali e diffusi, a cui dare risposte con scelte ponderate per il presente e di prospettiva per il futuro. Una comunanza di pensare e sentire- per Biancardi– derivante dalle stesse esperienze di amministratori locali, tenendo presente che Foglia è stato, prima, consigliere comunale di minoranza in rappresentanza della Dc e, poi, sindaco di Baiano.
Palesemente commosso, Biancardi, per rappresentare lo spirito d’equilibrio, con cui Foglia interpretava e viveva le funzioni istituzionali, raccontava l’aneddoto del “Presepe”, ricordando la vicenda della programmazione delle politiche per la promozione turistica dei territori, con il riparto dei finanziamenti pubblici del relativo sostegno per le iniziative e manifestazioni da realizzare; programmazione da mettere a punto in Consiglio regionale e per la quale i sindaci dei territori e delle città della Campania con maggiore e ben collaudato appeal, come Pompei, Ercolano, Caserta, Salerno, Napoli facendo valere le proprie istanze erano … riusciti, tassello dopo tassello, ad accaparrarsi quasi l’intera dotazione delle risorse economiche disponibili. E il tutto accadeva, mentre Biancardi, per quanto “insofferente” nel vedere scemare sempre di più le aspettative di Avella e dell’Irpinia, veniva tenuto a freno – nelle rimostranze che a più riprese aveva tentato di fare- proprio dal presidente Foglia, che, a discussione quasi conclusa e con il riparto ormai evaporato, lasciando l’intera Irpinia con le pive nel sacco, tirò fuori – tra il brusco e il lusco, come dire tra il serio e il faceto- la storia del Presepe.
E’ la storia- fece rilevare- per la quale le anime e gli interpreti del Presepe non sono soltanto Gesù, Giuseppe e Maria, ai quali va tanta venerazione e incommensurabile rispetto, ma anche tanti altri personaggi che ravvivano e rendono degna del significato comunitario che le è peculiare l’intera scenografia del Presepe. Sono i personaggi, senza i quali il Presepe è – concluse Foglia, nel vivo ricordo di Biancardi– un insieme vuoto. L’antifona era chiara, il messaggio eloquente. Risultato: il ribaltamento delle pedine che già occupavano lo scacchiere, per realizzare, invece, un riparto più equo e attento a tutti i territori della Campania, senza figli “vinciuti”, secondo il linguaggio nostrano, e “vincenti”, da un lato, e figliastri i vinti per sempre, dall’altro.
Dall’on.le Stefano Caldoro, già presidente della Regione – Campania, di Pietro Foglia era tracciato,invece, il profilo dell’uomo con spiccato senso delle Istituzioni, scrupoloso nello studio delle problematiche e nella progettualità di risoluzione,facendo leva su valide e qualificate competenze tecnico-amministrative e giuridiche e legali, avvalendosi del pragmatismo e dell’autorevolezza che lo connotavano. E si ricorderà che con Caldoro presidente, Foglia ha presieduto la commissione regionale per le politiche agrarie, prima di approdare alla presidenza del Consiglio regionale.
Intimo e familiare, era il quadro che di Pietro Foglia, padre affettuoso e protettivo, delineava la figlia, Amalia, che nel volto tanto ricorda l’ovale della nonna materna, donna Amalia, affabile, laboriosa e cortese. Una calda e commossa testimonianza, per sottolineare l’amore che il padre- di cui segue la scia nella professione di ingegnere- aveva per la “sua” Baiano, in cui sono saldamente ancorate le radici della famiglia Foglia, con l’avo Geremia Foglia , primo sindaco di Baiano nell’ Italia dell’Unità nazionale.