Avete pensato di sospendere il mutuo? Ecco come si fa.

Avete pensato di sospendere il mutuo? Ecco come si fa.

A quanto pare le istituzioni si muovono in favore dei cittadini. Spinta dalla voce dei consumatori, l’Associazione bancaria italiana (Abi) ha firmato un accordo grazie al quale sarà possibile sospendere il pagamento delle rate – per un massimo di 12 mesi – dei finanziamenti già avviati nel caso in cui si incorra in gravi ed oggettive difficoltà economiche famigliari.

Qualcuno si ricorderà del Fondo pubblico di solidarietà previsto dalla Finanziaria 2008 e gestito dalla Consap che prevedeva la sospensione del pagamento delle rate – sempre in casi di problematiche serie – del mutuo contratto per l’acquisto della prima casa. Il nuovo accordo vi si integra e, precisiamo, non va a sostituirlo. Le situazioni in cui si può ricorrere alla convenzione tra Abi e consumatori, non coperte dal Fondo pubblico, sono due: la prima riguarda il credito al consumo per contratti di durata residua superiore a due anni e ammortamento alla francese (cioè che prevede la presenza di rate che comprendono sia una quota capitale che di interessi), ma esclude i crediti revolving. La seconda invece comprende i mutui per la prima casa solo nel caso di sospensione del lavoro o di riduzione dell’orario senza cassa integrazione. Gli eventi però, si faccia attenzione, non devo essersi verificati da più di 24 mesi.

Per poter presentare la domanda, ovviamente, bisogna rientrare in determinate situazioni. È infatti necessario che: 1) sia avvenuta la cessazione del rapporto di lavoro ubordinato a tempo indeterminato con esclusione delle dimissioni volontarie o se il mutuatario va in pensione; 2) sia avvenuta la cessazione del rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato; 3) sia avvenuta la cessazione dei rapporti di lavoro parasubordinato, o di rappresentanza commerciale o di agenzia; 4) si sia verificata la morte o il riconoscimento di grave handicap ovvero di invalidità civile non inferiore all’80%; 5) sia avvenuta la sospensione dal lavoro o la riduzione dell’orario lavoro senza che siano state ancora erogate forme di integrazione salariale.

Se rientrate nei suddetti requisiti, allora siete in grado di poter presentare la domanda di sospensione (fino al 2017). A questo punto bisogna presentare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio e una serie di documenti elencati nella convenzione. Qualora sia tutto in regola, la banca ha 30 giorni per effettuare la sospensione. Queste hanno inoltre l’obbligo di dover presentar il piano di pagamento degli interessi dovuti nel periodo di sospensione. Nel caso in cui la banca si rifiuti di sospendere il mutuo, ha 20 giorni per motivare tale decisione.

Si potrebbe verificare l’esclusione per diversi motivi. In primo luogo la banca non accetterà la sospensione per tutti quei finanziamenti per cui siano stati registrati ritardi di pagamento superiori ai 90 giorni o per i quali sia stato notificato un atto di precetto e riguardanti immobili ipotecati per cui sia stata avviata una procedura esecutiva. In secondo luogo, sarà escluso quel creditore che ha notificato un atto di precetto o se terze persone hanno avviato una procedura esecutiva sull’immobile ipotecato. Infine non verranno prese in considerazione le richieste di tutti coloro che hanno già usufruito di misure di sospensione per un anno solare (nel caso in cui ciò sia avvenuto per un tempo minore, allora si potrà vedere di attuare la sospensione per i mesi restanti),  o di chi già gode di sovvenzioni pubbliche.

Vediamo adesso cosa accadrà a tutti coloro le cui domande saranno accettate. Come abbiamo accennato,l’accordo può sospendere il pagamento della quota capitale del mutuo per un massimo di 12 mesi. Al termine del periodo, tutto riprenderà il suo corso normale e ovviamente la durata del prestito si prolungherà di tanto tempo quanto è stato fermo. A differenza del Fondo solidarietà – che blocca qualsiasi pagamento nell’arco dei 12 mesi – sarà comunque previsto il pagamento della quota interessi.

In conclusione, forse sarebbe meglio provare a rinegoziare il debito con il vostro istituto di credito. Inoltre prestate attenzione ai vostri tassi d’interesse.