di Gianni Amodeo – Foto di Bruno Esposito
Ideale filo diretto, tra la celebre canzone, Je so’ pazzo, di Pino Daniele in raffinata versione dal napoletano in lingua classica greca, cantata dalle ragazze e dai ragazzi, in tenuta casual, della Terza classe sezione C, del Liceo Giosuè Carducci, e l’Inno del Maio di Santo Stefano, con versi in dialetto e pronuncia in cadenza nostrana, di Agostino Masi e musica di Michele Maiella composto negli anni ’20 del ‘900, dal ritmo allegro e gioioso, e presentato dal gruppo concertistico delle ragazze e dei ragazzi, in bianca tenuta, dell’Istituto comprensivo Giovanni XXIII, articolato nei plessi di Baiano e Sperone.
Un filo diretto speciale, che permette di connettere l’incalzante anafora ripetitiva della parola greca Maìnomai, – con traduzioni variabili in sono furente di ardore bellico, dissennato, folle o, con maggiore aderenza filologica, veemente negli slanci di genuine e forti passioni civili,e,al più, sentimentali-, che punteggia il testo dell’indimenticabile autore e cantante della verace Napoli, e la protagonista dell’Inno, l’invocata e amata Stefanì, restia o finta dormiente, di certo avara nel concedere … baci a colui che l’ama e che chiede almeno un altro ancora di … baci. Una premurosa richiesta, che, in forma di trasposizione poetica, fa evocare l’incantevole Lesbia cantata in latino da Catullo nel V Carme delle sue eleganti liriche, appena qualche millennio … fa. Due applaudite esibizioni di intensa bellezza e piacere estetico, integrate e arricchite sia dalla proiezione del trailer dell’interessante e variegato docu- film Abel, che racconta la storia, i monumenti e il paesaggio di Abella–Avella, realizzato da carducciane e carducciani, con la regia e la consulenza di Milena Picciocchi e Claudio Fauci, ben stimati docenti di storia d’arte e lingue classiche, e premiato lo scorso maggio al Teatro Biancardi nella IV edizione dei Mai d’Argento, sia dall’esecuzione musicale dell’Inno alla gioia e di Leattles teens, con la direzione del professore Giuseppe Giulio Di Lorenzo, con i professori Vincenzo Napolitano all’oboe e Antonio Ruocco al violino.
Momenti d’arte e cultura di alto gradimento e valore simbolico, che hanno conferito un’impronta di eccellente stile e classe alla presentazione del Premio Galante Colucci per il conferimento dei Mai d’ Argento, con sezione speciale dedicata a Pio Stefanelli, svoltasi nell’ Auditorium del plesso Parini del Giovanni XXIII, in via Luigi Napolitano. Un Concorso di idee, indetto e organizzato dall’ Associazione Maio di Santo Stefano e dal Circolo L’Incontro, in sinergia con le Pro Loco del territorio e il Gruppo archeologico Amedeo Maiuri, che con il biennio 2023–24 approda alla V edizione, recependo e facendo proprie le istanze dell’ Agenda 2030, il Patto sottoscritto da 195 Stati delle Nazioni unite per la salvaguardia e la vita del Pianeta-Terra. Un quadro di obiettivi, com’è noto, da rendere concreti e reali entro il 2030, con priorità essenziale sulla de–carbonizzazione dei sistemi produttivi industriali, ancorandoli alle energie da fonti rinnovabili, oltre che sul nucleare e sull’ idrogeno.
Vuole essere, quello dei Mai d’Argento, un percorso di conoscenza, che contempla l’elaborazione di saggi brevi, reportage giornalistici, testi di narrativa e composizioni poetiche, oltre che produzioni audiovisive, grafico–pittoriche, opere e e sculture in cartapesta, alla luce dei percorsi tematici proposti nel bando del Galante Colucci 2023\24. E’ un impegno di analisi e di stimolante creatività che interpella e coinvolge direttamente le comunità studentesche degli Istituti comprensivi, Licei e Istituti statali d’ Istruzione superiore dell’Unione intercomunale dell’Alto Clanio e dell’ Area nolana. Ed è anche e soltanto un piccolo e semplice tassello che viene fissato, all’insegna dell’associazionismo e del volontariato civico, per sviluppare un coerente discorso pubblico, in grado di concorrere alla crescita civile e valorizzazione dei territori; una scelta di condivisa responsabilità, per costruire le basilari condizioni sociali e strutturali, in virtù delle quali si possano fornire alle nuove generazioni reali opportunità sia di formazione che di lavoro produttivo, le uniche e sostanziali modalità per far valere le ragioni del restare al Sud.
La carrellata degli interventi
In questo contesto, la visione che collega la Scuola pubblica con le comunità, i territori e tutte le articolazioni istituzionali dello Stato, era al centro delle riflessioni del professore Pasquale Napolitano, dirigente del Giovanni XXIIl, nel rendere gli onori di ospitalità. Una serie di significative puntualizzazioni mirate sulla cultura ambientale, intesa come salvaguardia dell’integrità dei territori, che va vissuta fin dai comportamenti che rientrano nella quotidianità, tra cui la stessa buona pratica della raccolta differenziata, funzionale al ri–ciclo e al ri–uso che favorisce lo sviluppo dell’economia circolare. La Scuola, ch’è fulcro dei processi di apprendimento, esercita una funzione decisiva nella formazione civica, di cui l’ecologia è una componente essenziale. E le iniziative ambientaliste, aggiungeva Napolitano, sono sempre ben caratterizzate nei plessi del Giovanni XXIII.
Un versante di analisi, su cui si soffermava la professoressa Luigia Conte, dirigente dell’I.c. Manzoni, con i plessi di Mugnano del Cardinale, Sirignano e Quadrelle, e dei plessi di Liceo scientifico Nobile–Amundsen, operanti a Mugnano del Cardinale e Lauro, per evidenziare le ragioni della responsabile coscienza civile che presiedono al rispetto della natura e dell’ambiente. Sono ragioni, chiariva, che, al di là delle dichiarazioni di principio e degli slogan, vanno rese concrete con iniziative adeguate ed incisive, ponendo in sinergia Scuola,Istituzioni e comunità cittadine. Una linea di riflessione, ch’era focalizzata e rimarcata dagli interventi del professore Vincenzo Gagliotta, dirigente dell’I.c. Monsignor Pasquale Guerriero, operante ad Avella, e della professoressa Sabrina Capasso, dirigente dell’Ipsar Carmine Russo, con plessi attivi a Cicciano e Comiziano. Di particolare risalto, nelle considerazioni della dirigente Capasso l’importanza della formazione tecnica e delle competenze specialistiche per le nuove generazioni, in prospettiva-lavoro. E la pluridecennale realtà dell’ Ipsar Russo a servizio del territorio, sottolineava, ne dà conferma.
Clou della carrellata, le sperimentazioni in atto per l’indirizzo di Agraria nell’Istituto statale d’Istruzione superiore Ambrogio Leone – Umberto Nobile, a Nola, diretto dal professore Vincenzo Serpico, che è responsabile anche della reggenza dell’I.c. Rossini, con i plessi presenti a Visciano e Camposano; sperimentazioni che si realizzano nei Laboratori dell’Isis di via dei Mille per le colture idroponiche, che a breve saranno affiancate, con sostanziale ampliamento dell’offerta formativa, dalle colture d’acquaponica con l’acquisizione del relativo e sofisticato impianto d’esercizio. Un ampliamento d’offerta, di cui, per i dettagli di cronaca, già è stata fornita una eloquente dimostrazione nello stand allestito in piazza Duomo, in coincidenza con la recente rassegna del Torrone in Festa, ‘o tutero e ‘mbrell, in omaggio a San Felice Martire, patrono della Città dei Gigli.
Detto in parole semplici, le colture idroponiche e le colture d’ acquaponiche, la cui trattazione rientra nei percorsi tematici dei Mai d’Argento, costituiscono una delle basi di quella che già rappresenta e … sempre più sarà l’Agricoltura 4.O gestita dall’operatore agricolo, tecnico con competenze specifiche. E’ la figura del nuovo agricoltore \ contadino al computer e che, alla bisogna, utilizza il robot. Una dimensione di Agricoltura, su cui calibrava un’analitica e interessante relazione divulgativa, il professore Vincenzo Serpico. In evidenza particolare, le positività delle colture idroponiche e d’acquaponica, tra cui la continuità dei cicli produttivi nei laboratori, l’uso dell’acqua controllato e senza eccessi di dispersione.
Alla relazione-clou del preside Serpico, corrispondeva sui versanti delle tutele delle aree montane e dei patrimoni boschivi, l’incisivo intervento dell’assessore alla Comunità Montana Partenio– Vallo di Lauro, Giovanni Belloisi, ch’è anche consigliere comunale di Sirignano. Una ragionata analisi sulla realtà esistente nel dissennato utilizzo delle risorse territoriali e dei sentieri montani. Ma anche l’impegno a realizzare programmi di valorizzazione del ruolo dell’Ente sovra comunale, puntando su una serrata azione di controllo e vigilanza delle aree montane. E nella condivisione piena delle ragioni ispiratrici del Premio Galante Colucci e, più ancora, nell’adesione agli obiettivi dell’Agenda 2030, l’assessore Belloisi annunciava la disponibilità dell’amministrazione comunale di Sirignano, gidata dal sindaco Antonio Colucci, ad ospitare nel monumentale Palazzo Caravita la cerimonia della premiazione della V edizione dei Mai d’Argento. Ed è in programma tra la fine di aprile e la prima metà di maggio 2024, nell’ambito delle iniziative del 22 aprile per l’ Earth day– la Giornata della Terra, indetta su scala planetaria dalle Nazioni Unite.
Preziosa e pertinente, la riflessione di Adolfo Alaia, il sindaco di Sperone,nel sottolineare la portata sociale e di solidarietà civile di iniziative, come quella dei Mai d’ Argento. Non è una sorpresa. L’amministrazione comunale di piazza Luigi Lauro si distingue sempre nel dare supporto e sostegno morale a tutte le iniziative di valenza intercomunale.
Una menzione particolare, spetta a Marianna Colucci e Carlo Melissa per la conduzione dell’evento. Un esordio ben riuscito per Marianna, una conferma brillante, senza dire di più, per Carlo.