Obiettivo Irpinia in direzione Europa, puntando su lavoro e imprese, giovani e formazione, agricoltura e tipicità colturali, economia montana, ambiente e politiche del buon governo del territorio.
di Gianni Amodeo – Foto di Francesco Barlotti
Una scelta di campo,è l’impegno per un ruolo attivo e responsabile nella partecipazione a generare le condizioni della normale civile convivenza nella democrazia e nel rispetto dei valori della libertà. Una scelta, per “non subire la politica”, così come si pratica e realizza da anni sui territori, all’insegna di inadeguatezze, dissennatezze e incongruenze senza limiti che sviliscono i principi fondamentali di quella ch’è – o dovrebbe essere- la normale amministrazione, in generale, della “cosa pubblica” e, in particolare, degli Enti territoriali, primi tra tutti i Comuni. Una scelta di campo, per concorrere – quale cittadina, madre, moglie e libera professionista nell’esercizio dell’attività forense- a migliorare la condizione delle comunità cittadine della provincia di Avellino, e, in particolare, dei Comuni della fascia Alto– irpina, che ha avuto modo di conoscere direttamente nel corso del tour elettorale ormai alle battute finali; realtà sociali attanagliate in una morsa difficile da allentare, tra senilizzazione avanzante, scarse opportunità di lavoro per i pochi giovani che ancora vi risiedono destinati all’emigrazione senza ritorno e il calo demografico che non conosce freni, come accade in tutto il Sud, ma del tutto accentuato e inesorabile proprio nelle aree interne, in cui la nascita di un bambino costituisce negli ultimi tempi un evento straordinario ed eccezionale da registrare negli Uffici d’anagrafe ogni due o tre anni, specie nei Comuni con qualche migliaio di abitanti.
Sono- queste- le ragioni ispiratrici e convinte della candidatura accettata da Beatrice Colucci, quarantenne e all’esordio nell’agone politico a far parte della quaterna della rappresentanza di Fratelli d’Italia nella circoscrizione della provincia di Avellino per le “Regionali” di domenica e lunedì prossimi; tre ragioni, analizzate e sviluppate da Beatrice Colucci nella conversazione con chi scrive queste note nel quadro dei Forum della politica, indetti dal Circolo socio-culturale L’Incontro nell’Arena del palazzo comunale. Ma sono anche le ragioni dell’appello diretto alle donne, quali che siano i personali orientamenti e le sensibilità sociali di riferimento, a rendersi partecipe della vita generale delle comunità, per “ non subire la politica” corrente e inadeguata che si traduce nella cattiva amministrazione della “cosa pubblica”, nelle carenze dei servizi essenziali e nell’assenza di quello spirito pubblico- spiegava- che ravviva le comunità con iniziative e manifestazioni di forte taglio socializzante.
Nella costruzione di una diversa realtà a misura di civile convivenza, il ruolo della politica sana e che non fa subire i suoi guasti alle comunità, ma attenta e consapevole per scelte di pensiero, studio e passione agli interessi generali, in Irpinia come in Campania e nel Sud è di basilare importanza; e lo è, se si fa riferimento all’esistente, per porlo in concreto valore – affermava l’avvocata Beatrice Colucci– in rapporto con le politiche comunitarie europee, che promuovono e favoriscono le iniziative d’ impresa che siano credibili per capacità progettuale, coniugando competenze e formazione. Un impegno che interpella in pieno le giovani generazioni e la loro capacità di “fare” per sé e per la società, sollecitando lo sviluppo di quella cultura sociale del lavoro, in cui l’associazionismo e la cooperazione sono le uniche “carte vincenti”. E sul punto l’agricoltura ha molto da dire se valorizzata in pieno, superando gli eccessi del permanente frazionamento della proprietà fondiaria, che, di fatto, non permettono la formazione della componente strutturale che rende remunerativa l’azienda agricola; componente che si traduce in una congrua disponibilità della risorsa-suolo.
Un percorso mirato, compiva Beatrice Colucci, nell’analizzare la funzione dell’ economia montana con particolare rilievo per le aree collinari e i boschi dei Monti Avella, che sovrastano la Valle munjanense e la Valle dell’Alto Clanio; un’ economia montana, che è stata ben valida e qualificata nel passato, dando “pane e lavoro”, ma che va rilanciata su piattaforme diverse secondo le prospettive delle contingenze attuali, curando e valorizzando i patrimoni boschivi, sottraendoli al degrado in cui sono ora relegati. Una direttrice di orientamento praticabile, utilizzando, con congrue progettazioni di lungo respiro per il turismo ambientale e culturale, le importanti risorse del Piano di sviluppo rurale della Campania; risorse che finora non hanno mai fatto sosta … in Bassa Irpinia.
C’è molto da fare,se si vuole, con spirito di condivisione e attiva partecipazione, per far migliorare e progredire territori e comunità. La chiarezza non fa difetto al senso delle riflessioni di Beatrice Colucci.