di Gianni Amodeo
Le emigrazioni: la realtà italiana di ieri e le criticità attuali sui confini dell’Europa comunitaria dell’area mediterranea e dell’area polacca sul versante della Bielorussia.
E’ il tema del Forum – in programma domenica, 28 novembre alle ore 10,30, nei locali de L’Incontro, in via Luigi Napolitano – che si connette in ideale continuità, ma con angolature e argomenti d’analisi distinti, integrandone ed ampliandone gli orizzonti di riflessione, con i Forum sviluppati negli anni appena precedenti la sospensione pandemica e mirati sull’interpretazione a 360° dei fenomeni migratori, intesi quali fattori strutturali delle dinamiche della storia dell’umanità nel cammino dei tempi.
Furono Forum– com’è opportuno ricordare- connotati, per un verso, dai due ”appuntamenti” animati dal professore Nicola Di Mauro, giovane ricercatore dell’ Istituto universitario Orientale di Napoli, con importanti esperienze in campo sociologico vissute nell’ Africa del Nord e sub–sahariana, ed amministratore comunale di Tufino e , per l’altro verso, dal “rendez–vous” con il professore Giuseppe Moricola, docente ordinario nel Dipartimento di Scienze umane e sociali dell’Istituto universitario Orientale, titolare di cattedra per l’insegnamento di Storia delle imprese e delle multinazionali, già sindaco di San Potito Ultra. Il senso politico delle cosiddette “Primavere arabe” e la correlazione tra le Migrazioni, i principi della cittadinanza universale e la ricchezza civilizzante delle culture aperte, ancorate al modello di Karl Popper, fecero da fili conduttori degli interventi di Nicola Di Mauro, mentre il cuore dell’intervento di Giuseppe Moricola, profondo conoscitore dell’ Economia del mare, valse ad illustrare l’impianto del saggio, pubblicato da Aracne editore di Roma ed intitolato “L’albero della cuccagna”. Una documentata e attenta ricognizione d’inchiesta, con cui pone sotto i riflettori la gestione degli scali marittimi di Genova, Palermo e Napoli, i capisaldi portuali da cui partivano i bastimenti della mielata e sciocca nostalgia, con cui si cantava il Grande esodo della gente del Sud verso l’America, a cavallo dell’800 e del ‘900. Una gestione da “bisiniss”, per dirla all’italiana in flessione States, in cui la corruzione –sanitaria e burocratica, in combinazione con il malaffare amministrativo– mafioso–camorristico tutto di marca italiana – oggi diremmo la criminalità organizzata– in combinato disposto regolavano e autorizzavano, con dovute e congrue “donazioni” in denaro, le partenze dei cafoni votati al lavoro, verso la ‘Merica … Quasi, come oggi operano i militari della Guardia costiera libica verso i connazionali e coloro che fuggono dall’altra Africa. Del resto, Munnu è stato, munnu ‘è,- recita il proverbio siciliano- per l’avidità umana che non conosce limiti e scrupoli
Sul tema del Forum di domenica, si soffermeranno Raffaele Lieto e Antonio Caccavale. Il primo, da giovane e con i famigliari, ha vissuto lunghi anni da emigrato per lavoro in Germania federale, per poi approdare all’impegno nel sindacato, in Irpinia e in ambito regionale. Una presenza costruttiva, in tutti i settori del lavoro dipendente e salariato, con precipua attenzione alle criticità ambientali dei territori, con il supporto di una significativa formazione culturale e politica, per la quale è giunto ai vertici della Cgil della Campania. L’altro è attento osservatore della storia politica ed amministrativa dei Comuni dell’area nolana, a cui ha dedicato saggi e articoli giornalistici incentrati proprio sulle vicende dei migranti nel primo ‘900 verso l’America.
A dilatare i profili del Forum, saranno le testimonianze di Saverio Bellofatto che racconterà le esperienze del padre, Carmine, Carminuccio ‘O baffone, per il sontuoso e ben curato baffo che ne caratterizzava il paffuto volto; esperienze di conduttore di treni delle Ferrovie di Stato sulle tratte del Centro-Nord. Al buon Carmine, modello di socievolezza e di frizzante battuta, i famigliari del territorio nostrano affidavano i pacchi da consegnare ai congiunti emigrati in Alta Italia– l’ altra Italia – o in Germania. Erano pacchi che contenevano prodotti e generi alimentari genuini, tipici e nostrani. Un amarcord, ma fino ad un certo punto, a cui si assocerà con i suoi ricordi Carlo Melissa, che introdurrà il Forum, ritrovando la storia dei genitori, che da emigrati hanno trascorso un quarto di secolo nella “loro” Germania.
A dare l’impronta conclusiva, saranno le letture tematiche, che saranno eseguite da Giusy De Laurentiis ed estratte da Tutti dicono Germania Germania, pubblicato da Sellerio nel 2007 e, in prima edizione, da Garzanti negli anni ’90. Opera di Stefano Villardo– autore di forte caratura e impegno sociale- Tutti dicono Germania Germania è certamente la testimonianza più diretta, ed unica nel genere, del fenomeno migratorio che negli anni dell’immediato secondo Dopoguerra caratterizzò il Sud, angustiato dall’inflazione con il potere d’acquisto delle Am–lire ch’era ai minimi termini e dove ancora dominava il latifondismo con il correlato padronato parassitario dei redditieri; una testimonianza di letteratura civile, che merita di essere conosciuta così come lo merita l’intera produzione di Stefano Vilardo– da scrittore e poeta- morto a gennaio scorso a 99 anni. E si ricorderà che Stefano Vilardo era amico fraterno di Leonardo Sciascia, di cui era stato compagno di banco alle Scuole elementari. Un’amicizia inalterata e fortificata nel tempo, un sodalizio di pensiero e sentimenti attraversati da idealità laico- democratiche e dalla liberale e progressiva razionalità dei Lumi. Senza mai cedere ai compromessi con il potere mistificatorio, che tradisce e viola il bene comune.