di Gianni Amodeo
Una terra, una famiglia, un futuro.
Sono i punti focali e gli obiettivi di valore dello straordinario e importante documento che segna, in capo all’India, l’assunzione della presidenza del G–20, l’organismo di cooperazione internazionale rappresentativo degli Stati– potenza del sistema-mondo; documento ch’è, nello stesso tempo, progetto e programma politico di grande respiro culturale che guarda al Terzo Millennio, facendo proficuo tesoro di conoscenza e consapevolezza delle lezioni del passato, rispetto ad un cammino tutto ancora da percorrere, riscoprendo ed affermando quel senso dell’unità ch’è primigenio e intrinseco all’essenza del pianeta–Terra, così come lo è per l’umanità. Un cammino che sugli itinerari della solidarietà universale può essere favorito al meglio e reso ben praticabile dal progresso tecno-scientifico, ancorato alle molteplici ed infinite applicazioni dell’ intelligenza artificiale e della digitalizzazione informatica, per le quali non esistono barriere e frontiere. Un cammino di cui è operosa testimone la stessa India, con una popolazione che sfiora il miliardo e mezzo di abitanti, e un ben strutturato modello di governance e di democrazia aperta che rifugge da imposizioni; ed è l’India, tra i Paesi del mondo in più rapida e costante crescita, grazie ai supporti della capillare diffusione dei Sistemi di ricerca tecnologica e scientifica. E’ la realtà di cui Bangalore parla da sola.
E’ il senso dell’ unità da far vivere nel presente e nel futuro , declinato secondo i principi dell’ universalità che interpella direttamente i ceti di governo e i potenti del mondo, chiamando in causa l’intera umanità, intesa, vista e concepita quale famiglia di popoli. Una prospettiva che va al di là dei paradigmi, con cui la storia si è venuta attuando in tutte le età, e ancora si viene inverando, attraverso le guerre per le conquiste territoriali e della depredazione delle risorse, per costruire domini, regni e imperi di relativa ed effimera durata temporale , in danno di interi popoli, violandone la vita e calpestandone dignità e culture, per renderli sempre più sottomessi e oppressi; paradigmi, a fronte dei quali il senso dell’ unità della famiglia umana, costituisce decisamente l’elemento di maggiore attrazione e caratura etico– culturale che attraversa l’appello lanciato da Narendra Modi, primo ministro del governo di Nuova Delhi.
Le nostre priorità– si legge testualmente nell’appello di Narendra Modi– si concentreranno sulla guarigione della nostra Unica Terra, creando armonia all’interno della Nostra Unica Famiglia e dando speranza al nostro Unico Futuro. Per guarire il nostro pianeta, incoraggeremo stili di vita sostenibili e rispettosi dell’ambiente, basati sulla tradizione indiana di “amministrazione fiduciaria” della natura. Per promuovere l’armonia all’interno della famiglia umana cercheremo di depoliticizzare l’offerta globale di cibo, fertilizzanti e prodotti medicali, in modo che le tensioni geopolitiche non portino a crisi umanitarie …
Dell’appello di Narendra Modi si converserà mercoledì, alle ore 18,30, nei locali de L’Incontro. Protagonista del Focus , sarà Marco Di Marco, ospite di Antonio Vecchione, di cui è amico di lunga data. Un’amicizia che risale agli del servizio militare da ufficiali di complemento … appena qualche anno fa. Laureato in Fisica, Marco Di Marco è attivo direttore tecnico del Centro di Etica ambientale di Bergamo, con importanti esperienze socio-culturali e tecnico-scientifiche maturate in Africa. Uomo di studio e d’impegno civico, Marco Di Marco è segretario dell’Associazione culturale Etica– Sviluppo–Ambiente che si ispira alle concezioni comunitarie di quell’imprenditore visionario, qual è stato Adriano Olivetti, le cui esperienze nei rapporti tra impresa e lavoro costituiscono un punto fermo nelle dinamiche delle attività produttive, al cui centro è la dignità della persona nello spirito comunitario che si realizza nel sistema-impresa.