Caro amico del baianese, rispetto la tua decisione di lasciare il Pd, di cui sei stato tesserato e sostenitore, per aderire alla neonata formazione di Matteo Renzi, ma non la condivido e proverò a esplicitarne la ragioni attraverso una breve narrazione del percorso degli ultimi anni.
Mi sono riavvicinata al partito nel 2016, costituendo con te e altri tesserati del Baianese un comitato per il Sì al referendum; abbiamo sostenuto le posizioni di Matteo Renzi, allora premier, lavorando con passione in tutto il territorio. Ma abbiamo perso. Eppure, consapevoli di aver scritto una bella pagina di politica attiva, solidale e formativa, abbiamo proseguito il percorso della militanza studiando e proponendo progetti politici e amministrativi per il Baianese.
Intanto i dirigenti del nostro partito ad Avellino facevano strame del nostro agire, precipitando in una guerra per bande che ha portato il partito alla paralisi e noi nello sconforto e aprendo una fase commissariale che non ci stimolava all’impegno.
Pur tuttavia insieme abbiamo profuso impegno per le elezioni del marzo 2018 che ci hanno visto soccombenti, ma non demotivati, con uno sguardo sempre preoccupato per la segreteria provinciale. Oggi si è presentata una nuova e preziosa occasione per rilanciare il partito: la rottura del contratto Lega – M5S. Siamo tornati al governo da alleati del M5S e si è aperta una stimolante fase di riflessione ideologica e programmatica. Mai come in questo momento sono valide le ragioni di un impegno delle migliori energie all’interno del partito per disegnare la società italiana ed europea dei prossimi decenni.
In questo scenario l’abbandono di Matteo Renzi per formare il suo partito personale è stata una lacerazione non comprensibile né giustificabile, pur se legittima. E con dispiacere abbiamo visto che alcuni tesserati del Pd, sempre attivi e positivi, lo hanno seguito. Nessun progetto politico alternativo presentato, nessuno scenario stimolante delineato, solo un gruppo che si forma per differenziarsi. Pertanto, se può essere comprensibile la scelta di eletti, con più o meno seguito, di collocarsi al meglio in una nuova casa politica, per la loro carriera e i loro progetti, noi militanti, sostenuti solo da passione politica, dovremmo restare nel Pd e pretendere spazi che sono i nostri, per lavorare nel partito.
Non possiamo dimenticare che il Pd è comunque il partito erede delle due grandi scuole politiche del novecento (Democrazia Cristiana e Partito Comunista), un partito che conosce la differenza tra destra e sinistra, che ha presente le problematiche della giustizia sociale, dello sviluppo sostenibile per tutti, del progresso tecnologico e scientifico, delle nuove opportunità per tutti i cittadini, che si interroga sui nuovi diritti individuali e sociali.
E’ in costruzione un partito nuovo, ma antico, coeso e propositivo, il Pd del ventunesimo secolo. Noi semplici militanti non dobbiamo e non possiamo disertare, ma dobbiamo restare e lavorare in questa direzione e per il futuro del territorio e del Paese.
Fondamentale sarà l’assemblea aperta a tutti i cittadini di buona volontà che a breve sarà convocata per la riorganizzazione del PD mandamentale. L’on. Cennamo, commissario del pd provinciale, nella pubblica assemblea del 30 settembre 2019, ci ha incoraggiati a farlo con parole chiare: “Il partito siete voi. Avete l’obbligo di mettervi insieme e di costruire un coordinamento territoriale che sia illuminato, solidale e lungimirante. Non avete bisogno di alcuna autorizzazione”. Ci aspettiamo un libero e proficuo confronto e buona presenza di cittadini di buona volontà.
Silvana Acierno