Baiano- Sperone. Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: se li conosci, li eviti.

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La casistica analizzata dalla dott.ssa Maria Rosaria Alfieri, nellAuditorium del Giovanni XXIIIParini. ll virtuoso connubio tra il Giovanni XXIIIParini e il Forum dei giovani per lopera di sensibilizzazione e solidarietà. In scena, intensa  performance di Christian Ciano, Ilaria La Gala e Carlotta Colucci  interpreti di monologhi dal forte  impatto conoscitivo ed emotivo per linguaggio e gestualità, con la regia curata da Antonio Lippiello, versatile e giovane attore di Proteatro.         

di Gianni Amodeo

Fotoservizio di Carmine Montella  

              Problematiche, in crescente espansione, per quanto siano complesse e delicate nella varietà delle cause che le determinano  come degli sviluppi che assumono di situazione in situazione, quella dei disturbi della nutrizione e dellalimentazione che generano patologie di vario genere e mutevoli indici di irreversibilità.  Problematiche, a cui sono esposte tutte le fasce di età anagrafica e che, nella generalità dei casi nell’originario manifestarsi, sono affrontate con la genericità e la superficialità dei pregiudizi, senza le dovute cautele di profilo psicologico e medico. E le più recenti stime, considerate di affidabile attendibilità, evidenziano che proprio di disturbi della nutrizione e dellalimentazione sono sofferenti almeno tre milioni di persone, al netto delle situazioni riferibili alla sfera del cosiddetto sommerso, con persone non dichiarate in stato di sofferenza.

Quale che sia la fondatezza statistica di conclamato riconoscimento, il dato per se stesso suscita preoccupazione, al limite della soglia dell’emergenza sociale e familiare, la cui gravità si accentua notevolmente, se si considera che al correlato 30 % dello stesso dato corrisponde la fascia detà infantile e pre adolescenziale. Ed è lo stato di sofferenza che investe ragazze e ragazzi dagli otto ai dodici anni, condizionandone i comportamenti e depotenziandone in larga portata le capacità d’interazione verso le altre e gli altri, se mancano le risposte della normalità, dispiegata in cure adeguate e congrue nell’immediatezza del presente ed in proiezione futura. Un versante, questo, su cui si colloca la funzione delle strutture pubbliche, in connessione con la capacità di risposta che sono in grado di dare con gli interventi efficaci e programmati del Servizio sanitario nazionale. Così come va sottolineato che le entità numeriche prefigurate, a loro volta, fanno risaltare non solo la consistenza, ma anche e soprattutto la diffusione del  fenomenodisturbi in modo capillare e  in misure relativamente uniformi in tutti contesti del territorio italiano. Una capillarità che investe il pianetaScuola nelle articolazioni di base,- in ragione appunto del 30% delle ragazze e dei ragazzi appena citato.

            Interessante e proficua in questo quadro l’iniziativa, svoltasi nell’Auditorium di via Luigi Napolitano, indetta ed organizzata dal Forum dei giovani cittadino, presieduto da Chiara Lippiello, d’intesa con il Giovanni XXIIIParini, diretto dal professore Pasquale Napolitano. Una modalità di interventi funzionali ad un approccio di informazione e sensibilizzazione, che fosse il più esaustivo e convincente possibile, con chiava ispiratrice i versi dell’incipit di Un matto, il celebre testo di Fabrizio De Andrè, e che recitano Tu prova \ ad avere \ un mondo \ nel cuore  in forma di parole d’ordine da vivere nella loro autenticità semantica, come per scandire il dipanarsi dei passaggi cruciali dell’iniziativa, improntata ai valori della vita. Versi  ben scelti per pregnanza espressiva e densità di messaggio, che facevano, non a caso, invitante e bella mostra di sé  al centro del fondale del palcoscenico dell’Auditorium. Ed era Chiara Lippiello, ad evidenziare le forti motivazioni di solidarietà, con cui il Forum dei giovani, caratterizza la propria attività, per porsi al servizio della comunità, come può e riesce a fare con spirito di volontariato. Motivato e approfondito, era l’intervento del professore Napolitano, nel dare rilievo all’importanza dell’ educazione alimentare, quale  antidoto efficace e di prevenzione al costituirsi dei disturbi della nutrizione ed alimentari. Un’azione, sottolineava, in cui è di basilare rilievo l’incidenza formativa che esercita la famiglia.

            Di eccellente spessore divulgativo, l’intervento della dott.ssa Maria Rosaria Alfieri  nel vagliare lintera casistica dei disturbi alimentari, con la rivisitazione particolare dei versanti dellanoressia e della bulimia, patologie tra le più diffuse e persistenti.

            Autentico clou  dell’evento, la rappresentazione teatrale di monologhi in tema, con riferimento specifico alla bulimia e allanoressia. Una rappresentazione diretta ed immediata delle due patologie e dei loro effetti devastanti, che possono essere superati e nullificati, in primo luogo, con la forza del volere e della tenacia; una messa in scena realizzata con ammirevole compostezza iconico -gestuale da Christian Ciano, Ilaria La Gala e Carlotta Colucci, tra i più interessanti talenti interpretativi che frequentano i corsi per giovanissime e giovanissimi di Proteatro, con la regia curata da Antonio Lippiello, perspicace e eclettico giovane attore, con interessanti aperture culturali e sociali.

            Originale, il monologo scritto da Antonio Lippiello ed interpretato da Christian Ciano, nelle vesti e modalità comportamentali peculiari della persona sofferente di bulimia, mentre vive  una delle tante e consuete notti, in cui prende sonno con difficoltà, finendo per immaginare di vivere … finalmente in un mondo fatto di cibo nel … trionfo della golosità. Un’ immaginazione a cui si accompagna l’invocazione  fame, fame, fame. Poi, il risveglio e … il ritorno in sé, nel prendere coscienza e  consapevolezza della gravità del problemabulimia che lo assilla e inquieta. Una trappola di  vita strozzata, a cui è possibile sottrarsi con la forza della volontà personale, intesa quale tenacia d’animo e spirito di sacrificio, e sapendo chiedere aiuto al prossimo. E così il sofferente di bulimia  approda alla normalità e della dignità verso di sé. E’ il senso della solidarietà e dell’amicizia che la Scuola può dare e dà.

            Di distinto taglio e caratura, il monologo interpretato da Ilaria La Gala e Carlotta Colucci, scritto da Benedetta Chinnici, in cui riflette momenti cruciali del vissuto personale da giovane che ha conosciuto e sofferto l’anoressia, specie nello stato di emarginazione e di isolamento derivatone, per propria scelta o per emarginazione imposta da altre\altri,- fin dall’età di 17 anni, studentessa liceale, fino al superamento del disturbopatologia anoressica all’età di 22 anni, avendo acquisito il senso della propria identità e personalità, con importanti spazi nel mondo del design e della moda in ambito internazionale … Nel quadrante del monologo, Carlotta  personifica  lanoressia di cui soffre Ilaria. Un incastro di voci e ruoli di fine intelligenza e sensibilità. E’ l’incastro, in cui lanoressia s’appropria del corpo di Ilaria, fino a imporre perentori  ordini e comandi, per farle perdere peso  e conquistare l’agognata e agile snellezza di corpo etereo. E’ la perentorietà degli ordini e dei  comandi a indurre Ilaria a riconoscere le proprie debolezze rispetto al problema-anoressia che l’affligge e tormenta, per determinarne la soluzione e il superamento.

            Un buon lavoro sotto tutti i profili che nei monologhi, in specifico, può essere ricondotto alla dimensione del teatro sociale.

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