Benchè l’emergenza sanitaria costituisca tutt’ora una realtà in apparente dissolvenza lasciando intravedere la luce del recupero di quella normalità perduta di cui ognuno oggi conserva una nostalgica memoria, molte ombre e pochi luci purtroppo incombono sulla questione del CENTRO AUTISTICO DI AVELLINO, struttura di rilievo clinico terapeutico che attende di essere aperta a supporto di tante famiglie che vivono il dramma silente dell’autismo.
Alla luce dei lavori di completamento del Centro Autistico di Avellino non è mai tardata la riflessione e il dinamismo dell’ex sindaco di Sperone Salvatore ALAIA che, in tutto questo tempo, ha sempre seguito con la dovuta attenzione e la giusta tensione l’evoluzione di una vicenda che tra tante problematiche e vicende burocratiche ed amministrative non ha trovato ancora il naturale sbocco verso l’auspicata apertura.
E’ dal lontano 2007 che questa struttura ha iniziato il suo travagliato cammino verso la sua completa e totale realizzazione allorquando la posa della prima pietra, metaforicamente, intendeva simboleggiare la messa a dimora del seme della speranza per tantissime famiglie che avevano accarezzato l’idea di un centro dove poter almeno alleviare le sofferenze per dare dignità alla vita di chi soffre di autismo.
A distanza di 13 anni la struttura attende solo di essere aperta ma purtroppo nessuno si accinge a fare l’ultimo passo, quello decisivo, quella della convenzione.
L’ex sindaco di Sperone Salvatore ALAIA, ha sempre sostenuto, talora con iniziative forti e di indubbia valenza morale, la sua personale battaglia per l’apertura del centro autistico di Avellino nella consapevolezza che se questa struttura è stata pensata e realizzata con investimenti di fondi pubblici, è bene che si faccia funzionare.
Alaia ha sempre pungolato, talora in modo irriverente, i vertici della sanità Regionale, Provinciale e Comunale richiamando tutti, compreso gli esponenti istituzionali e i politici locali, ciascuno per le specifiche competenze, alle proprie responsabilità soprattutto in relazione al ruolo rivestito o occupato e schierandosi sempre dalla parte delle famiglie che vivono il questa problematica che clinicamente, sembra, non avere fine.
“Credo che oggi, dopo questi mesi di emergenza sanitaria, sia giunto il momento di riaccendere anche i riflettori su questa annosa questione e prospettare in tempi brevissimi una soluzione definitiva. Il Centro Autistico non può più aspettare e pensare che questa struttura possa divenire un ulteriore monumento allo spreco mi irrita come credo irriti la coscienza e l’opinione pubblica.
Il governatore DE LUCA che durante questa emergenza COVID_19 ha dimostrato decisionismo e pragmatismo nel gestire una situazione difficile e complessa, ora deve dimostrare di aver capito, alla luce del dibattito politico che si è sviluppato a livello nazionale, che investire nella SANITA’ non è un dovere ma un obbligo politico.
L’emergenza COVID-19 ha messo in luce criticità del nostro sistema sanitario a cui abbiamo dovuto comunque fare fronte con investimenti straordinari (vedi quello che è successo a MILANO – NAPOLI – ANCONA) facendo capire a tutti che la SANITA’ va gestita con sapienza, intelligenza e non può essere sempre uno dei settori della spesa pubblica dove si effettuano tagli indiscriminati.
Il CENTRO AUTISTCO è una realtà e credo che questa realtà debba essere resa operativa, funzionante a regime, in quanto procrastinare l’apertura implicherebbe solo affossare speranze ma soprattutto amplificare le responsabilità di chi questa struttura l’ha voluta e realizzata.
Basta ora con l’immobilismo e il balletto delle responsabilità politiche ed amministrative.
Vorrei che tutti gli attori istituzionali, ciascuno per la propria competenza ma in un contesto sinergico, assumessero moralmente e materialmente l’impegno di aprire il Centro ad una data certa, anche fra qualche mese.
E se da un lato vi sono responsabilità politiche ed amministrative quello che mi fatto maggiormente è aver registrato in tutte le mie battaglie l’indifferenza e il silenzio della Chiesa che dovrebbe essere in prima linea a perorare questa nobile causa per i deboli.
E’ ora tempo di rinascita e di crescita. La mia non vuole essere una sterile polemica ma una riflessione seria sulla necessità di accelerare i tempi per consegnare questa struttura alla sua vocazione naturale che è quella della funzione a servizio della gente e quindi di servizio pubblico.
Se ci siamo persi, oggi l’invito è quello di ritrovarsi e credo che questo compito di raccordo spetti al nostro governatore DE LUCA che deve fornire una soluzione rapida ed adeguata alla questione. Ne ha contezza, ne ha facoltà, ma soprattutto detiene la giusta competenza politica ed amministrativa oltre che gestionale.
E’ un’opportunità non solo strategica dal punto di vista clinico che arricchirebbe il nostro territorio e il nostro sistema sanitario di un riferimento di eccellenza per la patologia autistica, ma soprattutto per dimostrare che la Campania è una terra di concretezza, di laboriosità ed efficienza dove si “fanno i fatti” per essere dalla parte della gente.