In occasione della due giorni dedicata alla commemorazione dei defunti, tutti vanno al cimitero ad accendere un cero o portare un fiore sulla tomba dei cari che non ci sono più. Quasi tutti. Alla signora Maria Grazia Ferrara, questo gesto caritatevole non è concesso, poiché la sua cappella di famiglia è posta sotto sequestro da ben quattro anni. Il 30 ottobre 2009, la signora – mentre sistemava i fiori all’interno della sua cappella – cadde in una voragine di tre metri che le provocò fratture multiple e vari ematomi. Sul posto accorsero i vigili del fuoco, gli agenti di polizia municipale e la Polizia di Stato che fecero i primi rilievi sull’incidente. Passano gli anni, ma tutto rimane bloccato, non arriva nessuna comunicazione n’è alla famiglia della signora, ne al comune di Comiziano. Questo perché la Procura di Nola non ha mai aperto un’inchiesta sull’accaduto. Addirittura, in un primo momento, in Procura non si trovavano nemmeno i fascicoli passatigli dalla Polizia di Stato sulla vicenda. Poi, in una ricerca più accurata, tutto l’accaduto, su segnalazione della Polizia, venne derubricato a incidente domestico, con la cappella posta sotto tutela della Polizia e non sotto sequestro dalla magistratura senza che nessuno ne abbia mai chiesto il rilascio. Quindi oltre al danno fisico e materiale, la beffa per la signora Maria Grazia di non poter sapere per colpa di chi quella grata ha ceduto, se per responsabilità del comune o del costruttore. Nel frattempo, un’altra onorificenza e passata, senza che la signora e il marito, abbiamo avuto la possibilità di accendere un cero all’interno della cappella ai propri cari. (Daniele Addeo Retenews)