L’Italia, e con noi decine di altri paesi nel mondo, sta provando timidamente a mettere il capo fuori dalla crisi CoVid. Un segnale positivo certo, ma anche un discreto pericolo visto che, benché indebolito dal caldo il virus non è scomparso.
Non solo, al momento le logiche che ne guidano lo sviluppo e il contagio non sono ancora del tutto note agli scienziati, per cui ampie restano le incognite.
Per questo l’OMS ha ben pensato di mettere in guardia contro un “secondo picco immediato”. Questo secondo picco potrebbe essere generato da un allentamento troppo repentino delle misure di distanziamento sociale; oppure, con i primi freddi, da una nuova presa di forza e virulenza del virus.
“Quando parliamo di una seconda ondata classicamente ciò che spesso intendiamo è che ci sarà una prima ondata della malattia da sola, e poi si ripeterà mesi dopo. E questa potrebbe essere una realtà per molti paesi tra un certo numero di mesi- dice l’OMS-. Ma dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che la malattia può saltare fuori in qualsiasi momento. Non possiamo ipotizzare che solo perché la malattia sta diminuendo ora continuerà a diminuire”. La buona notizia, posto che ce ne sia una, però è che a differenza dello scorso febbraio, abbiamo tempo di prepararci. Sappiamo cosa ci aspetta e cosa e come occorre fare.