Medita di ricorrere in appello Maurizio Ercolano, il padre di Sergio, il diciannovenne tifoso del Napoli originario di San Giorgio a Cremano (Napoli) che dieci anni fa, il 20 settembre del 2003, morì allo stadio Partenio di Avellino dopo essere precipitato da un’altezza di venti metri prima dell’inizio della partita del campionato di Serie B tra Avellino e Napoli, un derby della Campania tra i più sentiti. Gli incidenti scoppiarono in curva Nord, il settore riservato ai supporter partenopei, molti dei quali senza biglietto, che le forze dell’ordine caricarono a più riprese. Per la morte di Sergio, il Tribunale di Avellino ha respinto la richiesta di risarcimento di 3 milioni di euro che la famiglia aveva chiesto all’Us Avellino, in quanto società organizzatrice dell’evento sportivo. I giudici avellinesi rigettarono la richiesta ritenendo che la società irpina non aveva avuto alcuna responsabilità degli incidenti e che ”a causare la disgrazia è stata la condotta volontaria di Sergio Ercolano”. Gli incidenti proseguirono anche dopo la disgrazia, con centinaia di tifosi del Napoli che invasero il terreno di gioco e ingaggiarono veri e propri corpo a corpo con Carabinieri e Polizia. ”Abbiamo non poche perplessità – ha detto oggi Maurizio Ercolano – sulla decisione del giudice ma anche se nessuno ci restituirà nostro figlio, non vogliamo che la sua morte finisca nel dimenticatoio. Per questo, con il nostro avvocato, stiamo valutando la possibilità di ricorrere contro la sentenza di primo grado”. Il giovane tifoso è stato ricordato con uno striscione esposto allo stadio ‘San Paolo’ di Napoli in occasione della gara di Champions con il Borussia.