di Giuseppe De Carlo
In questo periodo di pandemia come si sa esiste un solo modo di limitare il contagio Covid: indossare le mascherine quando ci troviamo a contatto con le altre persone. Un accessorio di cui ognuno di noi non ne può fare a meno, in attesa di un vaccino, tanto che esistono vari dibattiti su quale tipo di mascherine facciali siano più efficaci. Intanto, un gruppo di ricercatori dell’Indiana University Center for Regenerative Medicine and Engineering, coordinati dal Dott. Chandan Sen, ha deciso di sostituire gli ordinari DPI di protezione dal contagio con una nuova mascherina prototipo, basata su un tessuto elettroceutico in grado di creare un debole campo elettrico in presenza di umidità, allo stesso modo di quello generato dal respiro. Questa nuova tecnologia prende il nome di V.Dox, una matrice di tanti punti metallici formati da tante batterie microcellulari, con alternanza di argento elementare e metalli di zinco, all’interno di un tessuto di poliestere. L’energia electrica si genera dalla reazione redox tra i due metalli presenti, con trasferimento elettronico continuo.
Il virus Coronavirus sappiamo che ha delle interazioni elettrostatiche in grado di legarsi all’ospite in forma infettiva ed è caricato positivamente. La condizione essenziale affinchè il contagio si diffonde è necessario che la struttura del virus sia la piú stabile possibile. Dalle prime prove effettuate si è potuto dimostrare che le caratteristiche fisiche dei coronavirus possono essere rese non infettive a seguito del contatto con il tessuto elettroceutico, capace di generate dei campi elettrici deboli. Questa mascherina innovativa, attualmente, è in attesa del via libera definitivo da parte della Fda (Food and Drugs Administration), l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.