In questi difficili tempi di Coronavirus, a volte la notizia, deve anche tralignare le cronache attuali, donando al lettore una visione anche su aspetti o figure del passato, che possano seminare nei passi dei tempi venturi, una incoraggiante prospettiva di vita. Oggi abbiamo scelto di parlare di una notabile figura ecclesiastica forinese vale a dire di Sua Eccellenza Mons. Paolo Iacuzio Arcivescovo di Sorrento fulgida gemma dell’ episcopio salernitano e forinese. Lo stesso nasceva a Forino, il giorno 21 dicembre dell’ anno 1862. Figlio di Francesco Iacuzio e della signora Teresa De Majo di Solofra, fu il terzogenito di otto figli. Al fonte battesimale prese il nome dello zio, già Arciprete della Chiesa dell’ Annunziata di Forino nonché Vicario Foraneo per moltissimi anni. All’età di dodici anni vestì le sacre lane nel Seminario Arcivescovile di Salerno dove intraprese ben presto gli studi ecclesiastici filosofici e teologici continuati al Collegio di Santa Maria del Parto a Mergellina dove conseguì la dura laurea in Sacra Teologia e proclamato Dottore in Diritto Canonico. Il 13 settembre 1885 nell’ antica Chiesa di San Biagio del rione Pozzo saliva la prima volta all’ altare, ma ben presto ed ancora in giovane età, fu dalla Curia salernitana nominato Arciprete. Il suo carisma, il suo zelo, la saggezza e l’amore verso il suo ufficio, oltre a distinte doti personali, lo portarono alla ribalta negli ambienti della Chiesa visto che per splendide e specifiche segnalazioni di diversi ecclesiastici, spinsero l’allora pontefice Leone XIII nel concistoro del 17 dicembre 1900 anno Santo, alla sua nomina a Vescovo nella sede di Capaccio e Vallo della Lucania con consacrazione a Roma il 21 dicembre.
Fu amministratore apostolico di Taggiano, e dopo la morte di Mons. Addessi( 23 dicembre 1904 ) nell’anno 1907 fu promosso alla carica di Arcivescovo di Acerenza e Matera, ma vi rinunziò per le manifeste e plebiscitarie manifestazioni di affetto dei fedeli della sua diocesi. Qui le sue qualità si distinsero in maniera lapilissiana, ed il suo cammino pastorale tra la gente fu eroico ed instancabile, tanto che l’affetto e la stima che quel Clero e le locali popolazioni nutrivano per il loro massimo pastore, furono immense ; basti rimembrare le lacrime e lo sconforto quando da Vallo della Lucania fu trasferito alla Sede Metropolitana di Sorrento dove con prodigalità , intelletto e grande spirito di abnegazione continuò savio a svolgere il ministero Episcopale. Di personalità pia e modesta, dopo qualche anno di permanenza a Sorrento fu nominato Vescovo Assistente del Soglio Pontificio e Conte Romano oltre che insignito dall’allora Re d’Italia Vittorio Emanuele III della Commenda della Corona d’Italia. Ben quattro Pontefici : Leone XIII, Pio X , Benedetto XV e Pio XI lo ebbero carissimo circondandolo di stima e considerazione .Fu artefice e regista della più bella pagina cristiana della Storia di Forino vale a dire la celebrazione nella cara terra, nell’ aprile del 1934, del Santo Congresso Eucaristico. Nutriva un grande attaccamento verso la sua terra natìa e verso la sua gente, tanto che, in diversi periodi dell’anno soprattutto quello estivo, amava tornare nella sua Forino per trascorrervi momenti di relax e riposo tra meditazione, preghiera, passeggiate con i suoi collaboratori nei secolari castagneti dei sette colli e la celebrazione di qualche messa nella Chiesa della SS.ma Annunziata dove l’abbraccio dei suoi concittadini ad ogni sua venuta era da lui molto prediletto, cercato ed apprezzato. La sua dipartita avvenuta nell’anno 1945, lasciò un vuoto immenso e difficile da colmare per la terra dei sette colli che nell’apprendere la notizia pianse come neanche si fa per una pubblica sciagura. Daniele Biondi