Questi tutti i numeri dell’operazione messa in atto ieri alle prime luci dell’alba per sgominare una organizzazione dedita alla creazione di sinistri stradali falsi: 16 misure cautelari, 13 misure patrimoniali, che hanno riguardato 7 medici, 6 avvocati e tre “procacciatori” di affari, 1237 pratiche di risarcimento danni per incidenti monitorate, un milione e 670mila euro gli indennizzi versati dalle compagni e assicurative, 401 indagati, 42 immobili sequestrati, tra i quali una villa ad Ischia ed una in costiera cilentana, 21 automobili, 86 conti correnti per un valore totale di quasi 4 milioni euro. I numeri da capogiro dell’inchiesta “Jordanus” (in onore a Nola e a Giordano Bruno) che ha portato i militari delle Compagnie dei carabinieri e della guardia di finanza di Nola ad eseguire le 16 ordinanze. L’inchiesta cominciata nel 2009 è coordinata dal procuratore Maria Antonietta Troncone che riguarda falsi incidenti, infatti i reati contestati sono diversi: dall’associazione per delinquere il falso, la truffa aggravata, frode assicurativa, corruzione, falso in valori da bollo, abusivo esercizio dell’attività finanziaria, usura e riciclaggio falsa testimonianza e falsa perizia. Ecco i tariffari: si andava dai 5 ai 10 euro per una relazione medica, dai 30-100 euro per gli esami strumentali e relazioni, dai 100-150 per i referti ospedalieri. I medici e gli avvocati coinvolti, intercettati, spesso utilizzavano termini criptici per tutelarsi, ad esempio la documentazione medica falsa ed i primi referti del pronto soccorso venivano chiamati “bottiglie di vino”, “rappezzo e guaina” la documentazione falsa, “imbasciata” per indicare i componenti per la documentazione procurata e “hotel” per gli ospedali. A dichiararlo il procuratore capo di Nola Paolo Mancuso nel corso della conferenza stampa che ha fatto luce sull’inchiesta condotta dai carabinieri e dalla guardia di finanza delle Compagnie di Nola.