E’ trascorso qualche giorno dalla presentazione della silloge del poeta Bartolomeo-Theo Di Giovanni, avvenuta, grazie alla realtà virtuale che abolisce le distanze, con L’Unione Mondiale dei Poeti, in Germania, con la partecipazione delle nazioni dell’ Est Europa.
L’ ouverture dell’ incontro è stata presieduta dalla scrittrice Lada Baumgarten, a dare inizio alla discussione della raccolta è stata Olga Ravchenko, scrittrice e critico letterario della Bielorussia, e traduttrice dell’opera di Di Giovanni, “Alexander und Dedalus”, che ha espresso la bellezza dei versi, e soprattutto la caratteristica.
“Theo, il poeta Scalzo44, ha un modo di scrivere e di comporre molto raro, tra le righe troviamo riferimenti alla teologia, all’esoterismo, alla Kabballah, e soprattutto alla simbologia esoterica, personalità che non si esime dall’interrogarsi continuamente circa il fine ultimo dell’uomo. Misticismo e preveggenza si intrecciano nel mondo fenomenico e proprio per questo è possibile includerlo tra i “Vate”, e lo confermano le pagine della rivista letteraria “Le Muse”, diretta dalla dottoressa Maria Teresa Liuzzo, che esprimono la vicinanza al linguaggio di Arthur Rimbaud.
Nell’antichità il poeta era colui che vedeva oltre il tempo, oltre la materia,
che riusciva attraverso la parola a percepire il sentire ed il vivere di questo mondo sospeso tra il macrocosmo ed il microcosmo.
I suoi lavori hanno una radice filosofica che fornisce al lettore quella chiave di lettura necessaria alla sapienza occulta del fonema,
egli è il cultore della lingua poetica, della singola parola quale espressione di emozioni, in tutte le sue opere non mancano riferimenti all’ Amore, tale che si potrebbe anche definire un neoromantico, nel suo animo l’ Impeto e la tempesta diventano sentimento amoroso, una tensione non priva di sfide, di ricominciamenti, lui si che ha compreso cosa sia l’ Amore.” Era presente anche Teresa Ester Esposito, pedagoga poeta, presidente del premio Stabia in Versi, che ha confermato le parole di Ravchenko, aggiungendo che l’amico Theo, nonostante le origini siciliane, considera la Campania la sua seconda terra, che le ha dato e continua a darle grandi emozioni.
In questo non facile periodo, la poesia è riuscita a creare una rete di comunicazione, anche se di lingue diverse, che ha come scopo di evidenziare l’importanza interculturale.