“Al consigliere comunale Francesco Mazzocca, che usa l’alibi dell’età per evitare di fare «giustizia» sul caso del Parco degli Ulivi di Moschiano, sperando che finalmente gli sia chiaro che la storia non si può nascondere o peggio ridurre temporalmente a seconda delle convenienze: Troppo facile dire: io non c’ero. Così il consigliere comunale del Pd si toglie da ogni imbarazzo nella sua comunità e ora anche per le vicende esterne come quella del Parco degli Ulivi. Purtroppo per lui, invece, è di tutta evidenza che la sua attività politica si spende a braccetto con esponenti di quella politica che lui stesso ha definito «obsoleta», ma che non disdegna di perpetuare con disinvoltura e con l’alibi anagrafico che si è voluto costruire. Purtroppo, caro consigliere Mazzocca, non tutti sono formattati sugli ultimi cinque anni. E sanno benissimo che la storia del Parco degli Ulivi non si può ridurre alla gestione di Stefano Caldoro, che invece ha dato al sottoscritto e ad una delegazione di amministratori garanzie molto più chiare e soprattutto affidabili del vostro «messia» Anche perché, il candidato che lei definisce l’unico in grado di dare risposte, avrebbe potuto fare la battaglia per la sanità tra i banchi dell’opposizione. Quelli dove avrebbe dovuto rappresentare i campani, evidentemente non lei (ancora giovane) che lo avevano sostenuto (pochi) alle ultime regionali. E’ invece scappato nella sua fortezza salernitana, infischiandosene della regione e del Pd. E che dire poi del fatto, sempre da voi asserito, che il Pd è De Luca. Una bella prospettiva. Anche per chi a Lauro condanna gli amministratori condannati dalla Corte dei Conti e dimentica di fare campagna elettorale per un sindaco che ha fatto incetta di condanne erariali e non solo. Questo doppiopesismo la fa essere meno giovane, politicamente, di quanto voglia far credere. In piena linea con la scuola comunista, che da democristiano ha sposato. Si guardi intorno, potrà trovare gli attori protagonisti del disastro di Moschiano e di tanti altri. L’importante è che sappia essere scevro da ogni condizionamento di sorta. Se proprio non ci riuscirà, saremo qua a ricordare chi sono stati i protagonisti. Perché sarà cambiato anche il nome, ma orchestrali e direttore sono gli stessi. Insomma, la banda è al completo”. Giuseppe Rubinaccio (MIR)