In data 28/12/2018 è stato diffuso il Piano Regionale della Programmazione Ospedaliera della Regione Campania ai sensi del D.M. 70/2015 ancora in fase di pubblicazione sul BURC che prevedrebbe la collocazione dei Medici di Continuità Assistenziale nei Pronto Soccorso degli Ospedali.
Il Responsabile Nazionale Smi Continuita’ Assistenziale Giovanni Senese ritiene che tale ipotesi non solo non costituisce alcun cambiamento ma,ancora una volta, dimostra che il comparto Sanità della Regione Campania non conosce le criticità assistenziali presenti sul Territorio e sottovaluta anche il potenziale decalage sotto il profilo del Welfare sociale.
Difatti, un Piano Regionale così strutturato tenderà a depotenziare ancora di più il territorio di unità mediche per rafforzare la rete Ospedaliera, come si evince a chiare lettere dall’allegato Piano Regionale, il che sta a significare che si lascerà ancora di più sguarnito lo stesso Territorio,il quale, al contrario, andrebbe rafforzato per realizzare il tanto invocato filtro assistenziale che decongestionerebbe i già affollati Pronto Soccorso.
Va segnalato che una visione politica miope, limitata e superficiale del problema Sanità in Campania ha portato all’elaborazione di un simile Piano Regionale che deve essere censurato perché vede la contrarietà di “Tutti gli addetti ai Lavori”.
Privare i cittadini dei Presidi di Continuità Assistenziale (per intenderci ex Guardia Medica) per rafforzare gli ospedali significherà, inevitabilmente, impoverire ancor di più il Territorio edintasare gli stessi ospedali con accessi impropri, contribuendo a rendere più critica la condizione assistenziale in Campania.
Inoltre, non va trascurato l’aspetto economico riguardante le prestazioni “codici bianchi”: esse, espletate in P.S.,prevedono un importo non inferiore ai 25€ ciascuna ed, essendo a totale carico degli Assistiti, comporteranno un ulteriore inasprimento delle criticità legate al Welfare.
Al contrario, setale Piano avrà ilcriptico scopo di privatizzare la Sanità in Campana con una scellerata scelta di soluzioni mirate, lo S.M.I. (Sindacato Medici Italiani) lo condannerà con forza e senza mezzi termini.
Il prezioso contributo dei Medici della Continuità Assistenziale, appartenenti all’Area della Medicina Generale e formati per questa attività, va rifondato e rivalutato sul Territorio e non certamente affossato nei Pronto Soccorso.
Lo S.M.I. ostacolerà dichiara infine Senese tale Piano in tutte le sedi, anche con scioperi e manifestazioni di massa in Piazza,nel rispetto dei L.E.A., del Welfare e della attività dei medici della Continuità Assistenziale che, per 40 anni hanno contribuito, con pochi mezzi e spesso sulla loro pelle, a migliorare la Sanità in Italia.